Vitamine e minerali assunti in gravidanza possono potenziare lo sviluppo cognitivo del nascituro con effetti positivi a lungo termine, ovvero facendo guadagnare al bambino in termini di abilità cognitive fino a “un anno in più di intelligenza” all’età di 9-12 anno. A sostenerlo sono I risultati di una ricerca condotta in Indonesia, pubblicata sulla rivista Lancet Global Health e frutto di una collaborazione mondiale di istituzioni prestigiose tra cui la Harvard T.H. Chan School of Public Health a Boston.
La ricerca ha coinvolto decine di migliaia di donne che in gravidanza avevano assunto o integratori multivitaminici o solamente ferro più acido folico (ferro folina).
Dopo molti anni, quando i figli di queste donne avevano ormai tra i 9 e i 12 anni, le loro abilità cognitive sono state esaminate con specifici test.
È stato riscontrato ad esempio che i figli di donne che avevano assunto multivitaminici in gravidanza presentavano un livello di memoria procedurale (la memoria di come si fanno le cose e di come si usano gli oggetti) maggiore rispetto a coetanei le cui mamme avevano assunto solo ferro-folina. A parità di età, il punteggio dei primi è più alto di un valore pari alla crescita mnemonica osservabile normalmente in sei mesi. I primi, più in generale, avevano capacità cognitive maggiori dei coetanei le cui mamme avevano preso solo ferro folina, con differenze pari a quelle osservabili nel bambino dopo un anno scolastico.
Il risultato più importante, secondo gli autori, è tuttavia che non sono tanto i fattori biologici (peso alla nascita, crescita del bebè, stato nutrizionale della madre in gravidanza, parto prematuro etc) ad essere determinanti per lo sviluppo dell’intelligenza del bambino, quanto l’ambiente in cui il piccolo nasce e vive sin dai primi mesi, nonché il benessere materno (assenza di depressione post-partum o depressione tout court), il livello di istruzione dei genitori, lo stato socioeconomico del nucleo familiare.
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