Viola: tra fascino e mistero

Generato dall’incontro tra la profondità del blu e la spinta esplosiva del rosso, il viola è la tinta dell’integrazione assoluta.
Terra di  fusione tra realtà opposte, concilia l’inconciliabile: intuizione e azione, pensiero e gesto.

Tinta dal carattere affascinante, la sua indole muta a seconda della quantità di blu o di rosso che la compongono.
Colore che esprime la completa accettazione di se stessi e la conseguente messa in opera del proprio potenziale.
Costantemente definito il colore dello spirito, tal espressione ha dato luogo a  numerosi fraintendimenti.

Cosa si intende con questa locuzione?
E’ molto più semplice di quanto non si creda: questa tinta favorisce gli stati di concentrazione e meditazione, come, allo stesso tempo, la gestualità creativa.

Sollecitato dal viola, è lo spirito vitale che prende forma esprimendosi nella libertà creativa di un pensiero limpido, pulito e indipendente da condizionamenti esterni:
quella che viene definita energia cosmica si manifesta attraverso l’essere.

Nella ruota della vita, conosciuta anche come Zodiaco il viola è associato al segno dell’Acquario mentre il pianeta dominante è Urano. Nella mitologia classica Urano era il dio del cielo, padre del tempo, rappresentato da Cronos, e sposo della Terra, Gea.
Caratterialmente, la forza di del pianeta si esprime nelle capacità volitive, nel piacere della scoperta e nell’attitudine al rinnovamento.

Il segno dell’Acquario, differentemente da quanto si potrebbe pensare, è un segno d’aria. Graficamente rappresentato dal geroglifico dell’acqua, l’iconografia più conosciuta lo raffigura attraverso l’immagine di un uomo che versa acqua da un’anfora. Pochi segni per esprimere un’infinità di cose, più di tutto l’idea della rigenerazione e della fertilità continua.

Il viola vibra sulla lunghezza d’onda del settimo chackra, il Sahasrara, o chakra della Corona.
Questo plesso è situato al centro del cervello, in corrispondenza della ghiandola pineale o epifisi; quest’organo è preposto alla regolazione dell’orologio biologico e alla produzione della melatonina.  Per Cartesio l’epifisi è quel luogo fisico dove corpo e mente s’incontrano per dialogare ed interagire.
Un buon funzionamento di questo chackra determina libertà mentale, accettazione di se stessi, dei propri limiti e delle proprie riserve e potenzialità; una buona predisposizione verso il futuro.

Diversamente, un cattivo funzionamento del plesso, determina senso di insoddisfazione e frustrazione, identità sessuale confusa, incapacità di orientarsi nel mondo e nella vita.

La cristalloterapia per riequilibrare il settimo chakra suggerisce l’uso dell’ametista, del diamante e del cristallo.

Gli olii essenziali più indicati per favorire un’armonia interiore costante sono il cipresso, che stimola la concentrazione nel raggiungimento dei propri obiettivi, o il mirto, che favorisce l’attitudine al  bello, nella vita e nei rapporti sociali.
Il pompelmo è euforizzante: infonde allegria e freschezza nei pensieri.

Impossibile non nominare l’incenso: libera dalle angosce e scioglie gli stati d’ansia non patologici; regola, inoltre, il ritmo della respirazione.
Il ginepro è utile nelle transizioni e sollecita la libido nei momenti di stasi.
Il gelsomino egiziano, conosciuto anche come regina della notte, predispone all’accettazione dei sentimenti e alla vita sessuale. Dona fascino e  favorisce la cordialità.

Per saperne di più:
Ametista: Nota per le sue capacità armonizzanti. Purifica la mente dai pensieri pesanti, incrementa la creatività e le facoltà intuitive.
Cristallo: Illumina il pensiero e lo focalizza sugli obiettivi da raggiungere.
Diamante: Conosciuto come simbolo di perfezione e purezza è legato da sempre alla manifestazione del potere e della nobiltà. È associato alla costanza nell’amore e nei sentimenti incrollabili ed incorruttibili.

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