I veterinari moderni ‘Robin food’: lettera aperta ai media

“Siamo quello che mangiamo”, scriveva tanti anni fa il filosofo tedesco Feuerbach, ma chi controlla cosa mangiamo?
Come al solito nei mesi estivi si assiste ad un fiorire di servizio giornalistici che hanno per argomento la sicurezza alimentare, ultimo in ordine di tempo il servizio mandato in onda nell’edizione del TG1 del 3 luglio delle ore 20,00 dove si argomentava sui pericoli per la salute umana che possono derivare dalla abitudine sempre più estesa di consumare pesce crudo.

In particolare si puntava l’attenzione sulla marinatura dei pesci, quella delle alici, e su alcune spiacevoli sorprese a causa di un parassita che si trova nelle carni dei pesci. Il parassita si chiama Anisakis simplex è un nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini (delfini, foche, etc.) ed ospite intermedio, nel suo stadio larvale, di molti pesci tra cui tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro. L’anisakis è estremamente diffuso, poiché è presente in più dell’85% delle aringhe, nell’80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi.

Tutto bene fin qui se non fosse che nessuno gli intervistati (pescivendolo, ristoratori, medico nutrizionista) effettua i controlli sui prodotti della pesca , controlli che i regolamenti comunitari affidano ai veterinari delle Asl .

Non si capisce allora con quale base scientifica un pescivendolo possa parlare di Anisakiasi e conseguenti metodi di risanamento: sarebbe come se si chiedesse ad un veterinario come si cucina il risotto alla crema di scampi piuttosto che l’insalata di gamberi alla catalana! Dunque a ciascuno il suo mestiere, se non altro perché le informazioni divulgate attraverso i media raggiungono vaste fasce di popolazione e pertanto devono provenire da fonti qualificate., trattandosi di sicurezza alimentare e quindi della nostra salute!

Credo che sia corretto e doveroso divulgare a tutti i cittadini che i veterinari non si occupano solo di cani e gatti ma controllano quotidianamente tutti gli alimenti di origine animale (cani, prodotti ittici lattte e formaggi, salumi,uova,miele e piatti ottenuti assemblando tutti questi ingredienti), ovvero una quota non indifferente di quello che ogni giorno finisce nei nostri piatti.    

E allora la nostra proposta costruttiva è quella che i giornalisti si rivolgano alll’Ordine dei Medici Veterinari, ogni qualvolta si debbano realizzare servizi che trattano di alimenti di origine animale e delle conseguenze igienico sanitarie che questi possono avere sulla nostra salute: verranno segnalati i professionisti più qualificati per discettare sul quel determinato argomento equesto nella convinzione che solo attraverso la collaborazione interdisciplinare si possa fornire alla popolazione una informazione basata sull’evidenza scientifica, chiara e credibile.

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