Sei fiale contenente il virus del vaiolo sono state trovate durante le pulizie del ripostiglio di un laboratorio del National Institutes of Health di Bethesda (Usa). Le fiale sono datate 1950, cioè risalgono a un anno dopo che la malattia era stata dichiarata debellata negli Stati Uniti. Nel resto del mondo l’ultimo caso confermato di vaiolo è stato registrato nel 1977 in Somalia.
Secondo quanto riferito, si tratterebbe della prima volta che campioni di vaiolo ‘non registrati’ vengono scoperti negli Stati Uniti. Il virus, ritenuto morto, si trovava in sei fiale liofilizzate e sigillate, secondo quanto riferiscono i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) in una nota ufficiale che spiega l’accaduto.
Immediatamente le fiale sono state messe in sicurezza in un laboratorio registrato dei Cdc per il contenimento di agenti infettivi selezionati, a Bethesda, e il 7 luglio sono state trasferite in una struttura sicura di Atlanta, in Georgia.
“Non ci sono evidenze – spiegano gli esperti dei Cdc – del fatto che le fiale etichettate come contenenti ‘variola’, il virus del vaiolo, siano state aperte e gli addetti alla biosicurezza in loco non hanno identificato rischi di esposizione per il personale del laboratorio o per il pubblico”.
Verranno ora condotti dei test per verificare se il materiale contenuto nei flaconcini è ancora vitale. Gli esami potrebbero richiedere circa 2 settimane; al termine si procederà con la distruzione dei campioni. Come segnalano alcuni esperti, il virus potrebbe rimanere mortale anche dopo la liofilizzazione, anche se è dovrebbe essere tenuto al freddo per rimanere in vita.
Secondo gli accordi internazionali, oggi ci sono al mondo solo due depositi ufficiali per il virus che ha seminato migliaia di morti nel mondo: i Cdc di Atlanta negli States e il Centro di ricerca di virologia e biotecnologia di Novosibirsk in Russia.
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