Li chiamano ‘courts dogs’ e sono i cani che nei tribunali americani tranquillizzano e sostengono i bambini che devono testimoniare. I ‘cani da tribunale’ richiedono un addestramento mirato, omologato agli standard internazionali dei cani d’assistenza. “Arrivano dove non riuscirebbero gli esseri umani – ha affermato April Sikes, avvocato del Texas coinvolto in una causa per abuso su minore-. Il compito del pubblico ministero è la ricerca della giustizia, e l’accertamento della verità e la condizione migliore per un bambino è il comfort”.
I court dogs hanno fatto il loro ingresso nei tribunali americani a partire dal 2003 ma la prassi sta diventando negli ultimi tempi sempre più diffusa.
“Questi animali sono ottimi ‘mediatori’ in questi casi. Si tratta di facilitatori della comunicazione che aiutano i piccoli a tranquillizzarsi di fronte alle domande di adulti, sicuramente competenti, ma estranei”, ha spiegato all’Aknkronos Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dell’età evolutiva dell’università Sapienza di Roma.
Per un bambino, spiega l’esperta, “l’animale è un po’ come l’orsacchiotto di pezza, un oggetto traslazionale, nel senso che trasferisce su di lui sentimenti di rassicurazione che, generalmente, prova a contatto con le figure protettive. E questo consente di essere più spontanei, più liberi, nel parlare. È la stessa ragione per la quale, quando si deve ascoltare un bambino, si utilizza una marionetta, a cui i piccoli possono rivolgersi, senza parlare direttamente con l’adulto”. Il cucciolo, in altre parole, “fa da mediatore”. Con il cane vicino “è più facile che il bambino sia spontaneo e meno difeso. Si abbattono le barriere innalzate di fronte ad adulto estraneo. E così è sicuramente più probabile che riesca a rivelare quella che lui ritiene essere la verità”.
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