In Umbria i cittadini celiaci (circa 1700 con diagnosi accertata) potranno approvvigionarsi degli alimenti senza glutine a loro riservati attraverso il servizio sanitario pubblico, non più esclusivamente nelle tradizionali farmacie, ma in tutti i negozi di generi alimentari e nelle parafarmacie che ne facciano richiesta alle Asl.
Lo ha stabilito la giunta regionale che, accogliendo la proposta dell’assessore alla sanità Franco Tomassoni, ha deciso di estendere, seppur con diverse modalità organizzative, a tutto il territorio regionale l’esperimento svolto e completato nella Asl 3.
La giunta ha inoltre deciso che il modulo mensile, già attribuito dalle Asl ai celiaci per l’acquisto gratuito degli alimenti speciali, sarà frazionato in quattro unità di uguale valore, che potranno essere spese insieme o separatamente anche presso fornitori diversi, pur sempre entro il mese di validità.
Le parafarmacie e gli esercizi commerciali che sono interessati alla erogazione di alimenti per celiaci dovranno inoltrare domanda alla Asl competente per territorio, sulla base di un modello indicante l’esistenza dei requisiti richiesti e l’accettazione delle condizioni prescritte.
La celiachia è riconosciuta come malattia sociale dalla legge nazionale 123 del luglio 2005. Colpisce una persona ogni 100/150 e consiste nell’intolleranza ad alcuni costituenti del glutine.
L’assunzione di glutine – cioè di alimenti contenenti anche piccole quantità di farina di grano, orzo, segale e farro – provoca nei celiaci una serie di danni a carico dell’intestino con conseguente cattivo assorbimento dei nutrienti. Oltre al danno intestinale, possono essere interessati anche altri organi e apparati. La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia attualmente che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.
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