Via libera Ue al glifosato: “regalo alle multinazionali”

L’Unione europea ha rinnovato per altri cinque anni l’uso del glifosato, erbicida più diffuso al mondo fin dal 1974, quando il gigante agrochimico Monsanto ha iniziato a venderlo col nome di Roundup. La proposta della Commissione europea è stata approvata a maggioranza qualificata, con 18 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto. Gli Stati che hanno votato contro la riautorizzazione sono l’Italia, il Belgio, la Grecia, la Francia, la Croazia, Cipro, il Lussemburgo, Malta e l’Austria. Si è astenuto il Portogallo.

“Un regalo alle multinazionali agrochimiche, a scapito di salute e ambiente. Bene comunque il voto contrario dell’Italia che ha dimostrato nuovamente di dare priorità alla tutela delle persone, e non al fatturato di chi produce e commercia il glifosato”, così Federica Ferrario, responsabile Agricoltura di Greenpeace Italia, ha commentato l’approvazione della proposta della Commissione europea sul rinnovo per altri cinque anni del glifosato.

A chiarire la posizione italiana è stato il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina: “Abbiamo votato contro il rinnovo oggi perché siamo convinti che l’utilizzo di questa sostanza vada limitato. L’Italia già adotta disciplinari produttivi che limitano l’uso del glifosato a soglie inferiori del 25% rispetto a quelle definite in Europa al fine di portare il nostro Paese all’utilizzo zero del glifosato entro il 2020”.

Coldiretti, ricorda che “In Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da ‘gruppi vulnerabili’ quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. Infatti gli effetti del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 che non vengono modificati dalla decisione dell’Unione Europea di rinnovare per 5 anni la licenza di utilizzo.

“L’Italia – continua Coldiretti – deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione Europea e fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”.

Un principio che deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (Ceta) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa un miliardo di chili di grano sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato”.

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