Ancora troppi tagli cesarei in Italia dove un bambino su tre nasce cosi e nel privato sono il 50%. Un dato ancora ben lontano dal 15% raccomandato dall’Oms. Sebbene si sia registrato un leggero calo (-1%) , i parti cesarei rappresentano ancora il 33% dei 452 mila parti effettuati nell’anno. Campania, Molise e Puglia sono le regioni dove se ne fanno di più, Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto quelle dove se ne fanno meno.
La Campania resta in testa con il 54,16% di cesarei sul totale dei parti, anche se con il maggiore calo nel 2017 rispetto al 2016 (-4,82%), seguita dal Molise e dalla Puglia rispettivamente con il 42,15 e 42,11% di cesarei. La situazione resta stabile anche in fondo alla classifica, con Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto agli ultimi tre posti, rispettivamente con il 22,03%, 22,43% e 22,97% di cesarei sul totale dei parti.
Come accennato, i cesarei calano ovunque anche se di poco (la media nazionale è di -1,11%), tranne che nel Lazio, Abruzzo e a Bolzano dove registrano un leggero aumento.
Il numero maggiore di parti in assoluto (267.760) è stato eseguito negli ospedali a gestione diretta della Asl e di questi il 29,7% sono stati cesarei. Seguono le aziende ospedaliere (99.587) dove la percentuale di cesarei sale al 36,1 per cento.
Il 6% di parti è stato eseguito in strutture che ne effettuano meno di 500 l’anno e che sono ancora diffuse quasi tutte tra gli ospedali a gestione diretta delle Asl e contano la percentuale più elevata rispetto alla loro attività di cesarei: dei 26.625 parti effettuati in queste “piccole” strutture il 35,8% (nella altre con oltre 500 parti l’anno è il 33,6%) dei parti sono stati cesarei.
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