Le emissioni dei trasporti marittimi causano 400.000 morti premature e 14 milioni di casi di asma infantile. È quanto emerge dallo studio “Environmental health: Cleaner marine fuels may reduce associated childhood asthma” condotto da un team di ricercatori finlandesi e statunitensi e pubblicato su Nature Communications. Lo studio rileva che negli ultimi anni si sono registrate circa 400.000 morti premature per cancro al polmone e malattie cardiovascolari dovute all’inquinamento prodotto dal trasporto marittimo e ci sono stati circa 14 milioni i casi di asma infantile all’anno.
Secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), solo in Italia nel 2014 il trasporto marittimo ha prodotto 22.403 tonnellate di emissioni di ossidi di zolfo. Ad aprile a Londra si terrà un importante meeting dell’International maritme organization (Imo) che dovrebbe raggiungere un accordo per frenare l’impatto del trasporto marittimo sul clima e comporterà anche notevoli benefici per la salute.
Nell’ottobre 2016 l’Imo ha approvato delle norme più severe sulla qualità dei combustibili marittimi, che entreranno in vigore a partire dal 2020, che prevedono che il combustibile impiegato sulle navi potrà contenere un massimo di 0,5% di zolfo rispetto all’attuale 3,5%.
Tuttavia il team guidato da Jukka-Pekka Jalkanen del Finnish meteorological institute (Fmi) e da James Corbett, dell’università del Delaware rileva che se è vero che i combustibili più puliti e a basso tenore di zolfo per le navi dimezzeranno il numero di casi di asma infantile, questo potrebbe costituire un problema per quanto riguarda il cambiamento climatico.
“I carburanti più puliti – riferiscono gli studiosi – ridurranno del 34% la mortalità prematura correlata ali trasporti marittimi, da 403.300 a 266.300 casi all’anno a livello globale. L’asma infantile associata all’inquinamento atmosferico delle navi sarà ridotta del 54% da 14 milioni di casi all’anno a 6,4 milioni. Tuttavia, gli impatti positivi sulla salute degli standard dei carburanti più puliti sono accompagnati da una riduzione dell’80% del raffreddamento radiativo degli aerosol”.
Secondo gli autori dello studio la politica internazionale dovrebbe prendere in considerazione sia la riduzione dei gas serra che l’inquinamento atmosferico.
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