Quando togliere le tonsille? Dagli Usa le linee guida

Con oltre 530.000 operazioni annue eseguite su bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni, la tonsillectomia costituisce negli Stati Uniti una delle procedure chirurgiche più frequenti. Gli Usa hanno deciso dunque di intervenire per limitare il numero degli interventi (in molti casi superflui e inappropriati) e fornire un’informazione completa circa l’asportazione delle tonsille.

A tal fine sul numero di gennaio di Otolaryngology, Head and Neck Surgery, il magazine scientifico ufficiale dell’Accademia americana di otorinolaringoiatria, sono state pubblicate le linee guida per gestire la tonsillectomia da uno a 18 anni e per ridurre il numero degli interventi eseguiti ogni anno negli Stati Uniti. Come ha spiegato Richard M. Rosenfeld, redattore della rivista, “queste linee guida vogliono essere uno strumento utile per medici e per genitori. Vere e proprie raccomandazioni per migliorare la riuscita dell’intervento chirurgico e per guarire quei piccoli che soffrono di tonsille di grandi dimensioni o infette”.

La rivista, che rappresenta più di 12mila medici, spiega innanzitutto che l’asportazione è consigliata solo se gli episodi di tonsillite si ripetono più di sette volte l’anno. È necessario dunque individuare quei bambini per cui l’intervento sia davvero necessario. In tal modo la tonsillectomia potrà essere utilizzata per ridurre le infezioni della gola e l’uso di antibiotici, migliorando le condizioni di salute del bambino. La maggior parte dei bambini con frequenti infezioni alla gola guariscono infatti da soli.

Il magazine specifica inoltre che le infezioni sono da considerarsi gravi quando comportano febbre al di sopra dei 38°, le ghiandole del collo si mostrano gonfie o il soggetto risulta positivo un test allo streptococco.

L’intervento può essere utile anche in casi meno frequenti di infezioni alla gola se i bambini risultano allergici agli antibiotici, sono soggetti alle placche o alla sindrome PFAPA (febbre periodica, stomatite aftosa, faringite e adenite).

I genitori dovrebbero poi prestare attenzione alla qualità del sonno dei propri figli: le tonsille di grandi dimensioni possono ostacolare la respirazione durante la notte, provocando sonno disturbato (SDB), russamento, respirazione con la bocca, apnee notturne. I medici dovrebbero verificare nei bambini con SDB se ci sono anche ritardi della crescita, scarso rendimento scolastico, problemi di incontinenza notturna o comportamentali. In questi casi la tonsillectomia può essere utile perché migliora la qualità della vita. Va detto però che per i bimbi obesi o per quelli con sindromi che interessano la testa e il collo sono richiesti ulteriori interventi.

Le linee guida fanno anche riferimento alla fase post-operatoria. È importante che dopo l’operazione i bambini bevano molti liquidi e vengano stimolati a segnalare eventuale episodi di dolore.

Infine, i medici non devono prescrivere antibiotici per migliorare il recupero dopo l’intervento di tonsillectomia: oltre a non apportare benefici possono determinare effetti collaterali le cui conseguenze si manifestano con la crescita.

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