“Terza età. Un mondo da scoprire, una risorsa da valorizzare”: questo il nome del convegno tenutosi oggi a Roma nel corso del quale è stato presentato un rapporto Censis-La Repubblica sulla terza età in Italia. Dal report emerge che il 61,4% degli over 60 ritiene che la condizione degli anziani nell’ultimo decennio è rimasta uguale, il 24,6% che è peggiorata, il 2,9% che è migliorata, l’11,1% non lo sa.
In generale, gli anziani valutano in modo sostanzialmente positivo la loro condizione di vita attuale, sebbene in misura leggermente inferiore rispetto allo scorso anno: il 45,5% degli intervistati pensa positivamente e fa cose che lo fanno stare bene (lo scorso anno la percentuale era del 50,2%), il 37% pensa positivamente ma vorrebbe fare di più (la percentuale del 2009 era del 35,6%), l’8,6% considera la propria vita sia noiosa e poco gratificante (il dato del 2009 era pari al 5,2%), l’8,9% pensa negativamente, dichiara di avere troppi problemi e troppi guai (il dato precedente era il 9%).
Da un punto di vista strettamente quantitativo, dal 2002 al 2010, sono aumentati tutti i segmenti della terza età: gli ultrasessantenni del 12,7%, gli ultra sessantacinquenni del 14,6%, gli ultra novantenni dell’11,8%, mentre i centenari più che raddoppiati (da 6mila a 15mila).
Dall’indagine è emerso inoltre che negli ultimi anni è cresciuta l’autonomia degli anziani, mentre si è spostata in avanti l’insorgenza di patologie fortemente invalidanti: la non autosufficienza si manifesta dopo i 70 anni e raggiunge il valore del 4,3% dagli 80 anni in su. Le condizioni di salute per la Terza Età peggiorano molto procedendo dal Nord verso il Sud, a causa di molteplici fattori quali gli stili di vita, l’organizzazione sanitaria, i presidi territoriali e, forse, una diversa percezione personale della malattia.
Il 15,2% degli anziani ammette poi di avere cattive relazioni con i figli, ma, d’altra parte, crescono sia coloro che aiutano i figli e anche quelli che vengono aiutati da figli e parenti.
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