Dall’Italia a New York le tasse sul ‘cibo spazzatura’

Il Decreto sanità proposto dal Ministero della Salute Renato Balduzzi, che passerà il 31 agosto 2012 al vaglio del Consiglio dei Ministri, prevede anche l’introduzione di una tassa sulle bibite al fine di scoraggiare i cittadini dal consumo di bevande con zuccheri aggiunti ed edulcoranti.

Si tratta di una misura già adottata all’inizio dell’anno dalla Francia che ha tassato le bibite con zuccheri aggiunti: l’imposta pesa sui produttori che pagano 7,16 euro ogni 100 litri commercializzati, ma anche sui consumatori che pagano 11 centesimi in più per lattina.

Il ricavato della tassa, circa 280 milioni l’anno, è destinato a coprire le spese per Welfare e settore agricolo. La stragrande maggioranza dei francesi, tuttavia, in un recente sondaggio ha espresso il dubbio che serva solo a riempire le casse dello Stato senza benefici reali per i servizi sociali.

Anche in Ungheria è prevista una tassa per le bibite non salutari che contengono oltre 20 mg di caffeina ogni 100 ml.
In Gran Bretagna si è più volte pensato di tassare il ‘cibo spazzatura’ e di aumentare le tasse sull’alcol. Per il momento tuttavia il Governo ha soltanto vietato la pubblicità delle merendine in tv e sui giornali.

Negli Stati Uniti molti stati hanno già adottato norme per scoraggiare il junk food. All’inizio dell’estate il sindaco di New York Michael Bloomberg ha proposto una contestatissima norma, per il bando delle bibite gassate e zuccherate in taglia maxi. Se la proposta sarà approvata, da marzo 2013 spariranno le bottiglie e bevande alla spina extra-large.

Il primo Paese ad introdurre una’Fat tax’ è stato però la Danimarca che ha imposto la prima tassa al mondo sul cibo grasso, ovvero una sovrattassa sugli alimenti con alte percentuali di grassi saturi.

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