Un recente rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) rivela che il 13,3% dei bambini dell’Unione europea tra gli 11 ed 15 anni sono in sovrappeso o obesi, con un numero crescente di ragazzi in tutti i paesi. Al momento un lieve calo si registra soltanto per le ragazze in Irlanda e Gran Bretagna.
Il nostro Paese registra il primato di sovrappeso e degli obesi nella fascia d’età tra i 6 e i 9 anni. E in Italia l’aumento dell’obesità infantile segna un +2,5% ogni 5 anni.
Continua dunque il dibattito sull’opportunità di tassare i cibi e le bevande ricchi di grassi, sali e zuccheri.
In Italia il Ministero della Salute precisa che per finanziare la Sanità non c’è ancora alcuna tassa sul cibo spazzatura, ma soltanto una “bozza in vista del nuovo Patto per la salute da concordare con le Regioni”.
Secondo Roberto Bertollini, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità nell’Ue, “la tassazione elevata delle sigarette è uno degli strumenti più efficaci per ridurre il fumo tra i giovani. L’Unione europea e gli stati membri, a loro volta, possono svolgere un ruolo importante nella regolamentazione del consumo, nelle tasse e nell’etichettatura dei cibi”.
Alcuni Paesi, come l’America, si stanno già muovendo in questo senso. A San Francisco sono vietati gli Happy Meal, i regalini che accompagnano i menù per i bambini. A New York, poi, il sindaco Bloomberg mette una tassa sulle bibite gassate. Anche in Europa qualcosa sta cambiando. La Francia ha infatti introdotto una tassa su snack troppo grassi, troppo salati e troppo dolci attraverso un aumento graduale dell’Iva dal 5,5 al 19% 7. In cambio, dovrebbe essere ridotta l’Iva su frutta e verdura. In Gran Bretagna, inoltre, il governo vieta la pubblicità delle merendine su tv e carta stampata.
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