Nove milioni di italiani soffrono lo stress da lavoro e di questi ben 6 milioni sono donne. Pressioni lavorative, barriere culturali, responsabilità familiari sono le principali cause che fanno saltare i nervi alle donne. Queste ultime, in particolare, soffrono di disagi psichici e disturbi dell’umore, in particolare ansia, sindrome pre-mestruale, irritabilità, eccessiva tendenza al pianto e insonnia. Per una su cinque, poi, è in agguato la depressione.
A lanciare l’allarme sullo stress da lavoro che accompagna moltissime donne è una nuova ricerca realizzata da ONda (Osservatorio Nazionale salute donna), in collaborazione con il dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
“Sono numeri che invitano ad approfondire un tema importante coma la salute dei lavoratori e delle donne in special modo. Sono ancora poche le aziende italiane che si occupano della tutela della condizione femminile con la creazione di iniziative che favoriscano una gestione meno faticosa del carico di impegni e una più serena gestione del proprio tempo”, ha spiegato Francesca Merzagora, presidente di Onda.
“In Lombardia questi numeri sono ancora più allarmanti – spiega Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli -. Nella nostra regione, infatti, le reti sociali e familiari sono molto meno intense. E sapere che puoi contare solo su te stesso è un fattore che aumenta notevolmente lo stress. Aggiungiamo poi che le donne lombarde sono quelle con i livelli d’occupazione più alti d’Italia (58%) e ricoprono spesso incarichi importanti”.
Lo studio di Onda indica che lo stress da lavoro colpisce le donne soprattutto in ruoli dirigenziali, poi impiegate e operaie. “Noi abbiamo fatto una proposta per aiutare a sensibilizzare la conciliazione tra il lavoro e la vita personale, elemento fondamentale nel ridurre lo stress. Poter organizzare la gestione di figli o eventuali anziani a carico in azienda, poter essere aiutate nel reinserimento lavorativo post parto, poter godere di una flessibilità di orari lavorativi. Ecco quello che riteniamo importante da portare avanti”, spiega Mencacci.
Eppure quello dello stress da lavoro non è un problema che riguarda soltanto l’Italia ma, al contrario, affligge tutta la popolazione europea, con punte del 60% e importanti ripercussioni sullo stato di salute.
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