Stipsi cronica: 1 italiano su 5 ne soffre

La stipsi cronica è una patologia che colpisce tra il 15 ed il 20% degli italiani, nell’80% dei casi si tratta di donne con un età media di 50 anni. La stipsi cronica può compromettere seriamente la qualità della vita dei pazienti e soltanto uno su tre si dichiara soddisfatto delle terapie disponibili.

Questi i dati della ricerca LIRS (Laxative Inadequate Relief Survey) condotta da Doxa Pharma e presentata a Milano, che ha coinvolto 39 centri di gastroenterologia in tutta Italia e circa 900 pazienti. Lo studio è stato condotto con l’intento di fare il punto sulla qualità di vita (fisica, psicologica e sociale) di chi soffre di questa patologia, sull’impatto socio-economico della stessa, e sul grado di soddisfazione/insoddisfazione dei pazienti nei confronti delle terapie oggi disponibili.

Come ha spiegato Enrico Corazziari, Ordinario di gastroenterologia all’Università di Roma La Sapienza, “la stipsi cronica non si limita all’alterazione dell’alvo, ma è il risultato di una sintomatologia più complessa che include, ad esempio, gonfiore, sforzo, sensazione di evacuazione incompleta e fastidio all’addome. Si tratta di problematiche che riducono la qualità di vita del paziente: da quanto emerge dai dati dell’indagine LIRS, questi sintomi sono le manifestazioni più sgradevoli e frequenti avvertite in modo forte e molto forte da circa il 50% del campione.

La ricerca ha inoltre evidenziato che il superamento della soglia sotto la quale si registra una significativa limitazione della salute fisica, nel caso della malattia, è condizionato dalla numerosità e dall’intensità dei sintomi ai quali, malgrado l’andamento cronico della malattia, non ci si abitua ma che, anzi, peggiorano con il passare degli anni.

All’impatto fisico ed emotivo dei sintomi sulla qualità di vita del paziente, si aggiunge l’effetto della malattia nel contesto sociale. Dalla ricerca è infatti emerso che il numero di ore lavorative perse in una settimana a causa della stipsi cronica va da 4 ore nei casi più gravi, a circa 1 in quelli piu’ lievi.

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