Già era ‘l sole a l’orizzonte giunto
lo cui meridïan cerchio coverchia
Ierusalèm col suo più alto punto;
e la notte, che opposita a lui cerchia,
uscia di Gange fuor con le Bilance,
che le caggion di man quando soverchia;
sì che le bianche e le vermiglie guance,
là dov’i’ era, de la bella Aurora
per troppa etate divenivan rance. (Dante, Purgatorio, canto II)
Entusiasmante come il passo dell’aurora, intenso come un tramonto infuocato, invitante come un frutto estivo, l’arancione trae il suo nome dall’omonimo agrume.
Anticamente veniva confuso con il rosso, ma con la progressiva diffusione del frutto orientale ha potuto conquistare l’onore della distinzione.
E’ un colore secondario e deriva dalla fusione del rosso e del giallo di cui mantiene rispettivamente forza e dinamismo, smorzandone gli eccessi. Degli stessi fonde anche passionalità e sapienza ed è nell’equilibrio di questa mistura che, l’arancione, esprime al meglio la propria natura.
Fisiologicamente restituisce sensazioni di calore, stimola la circolazione e incrementa l’appetito.
Frequentemente usato nell’araldica, indica valori di generosità e lealtà.
Nella nostra cultura storica, se il velo delle spose, nell’antica Roma, era rosso carminio l’abito nuziale era arancione, ad identificare l’intensità dei sentimenti che si andavano a celebrare.
Oltre a questo però l’arancione è anche il colore che simboleggia la fecondità, la vitalità e l’armonia, la capacità di vivere serenamente il piacere ed esprimere nella pienezza le proprie risorse creative; non a caso è la tinta che caratterizza l’autunno il famoso “tempo del raccolto”, periodo in cui anticamente venivano solennizzate feste di ringraziamento e riti nuziali.
Anche in Oriente, secondo il Feng Shui, espressione della taoismo cinese, questo colore era ritenuto portatore di fortuna e preposto alla tutela della socialità e del matrimonio.
Nelle corrispondenze con la filosofia indiana è il colore del secondo chackra, il Svadhishthana, collocato nell’area pubica, tra l’osso sacro e la quinta vertebra lombare.
E’ il chackra femminile (yin) per eccellenza: collocato alla base dell’apparato riproduttivo è legato ai flussi idrici del corpo e sensibile alle fasi lunari. Gli organi che gli sono collegati sono l’utero, le ovaie, i testicoli, la prostata, l’intestino, i reni e la vescica.
Dal punto di vista emotivo regola l’Inconscio e la gestione dei ricordi, consapevoli o rimossi, determinando il senso del Se e del valore, l’autostima, il proprio essere in relazione agli altri e la capacità di rinnovarsi.
Se equilibrato dona fascino, sensualità, entusiasmo, elasticità mentale ed armonia in genere; iperattivo determina ossessioni sessuali ed eccessivo edonismo; bloccato, oltre alla paura dei cambiamenti e ai sensi di colpa, causa sensazioni di aridità interiore, inflessibilità e abnegazione.
Un buon funzionamento del centro sacrale può essere stimolato con la pratica della danza e delle arti marziali.
Nella cristalloterapia le gemme utilizzate sono la corniola, la tormalina, l’ambra e la pietra di luna.
Nel linguaggio simbolico dell’antica disciplina alchemica l’elemento associato al secondo chackra è l’acqua, la base della vita e del nutrimento; il pianeta che gli corrisponde la Luna, con tutto il suo fascino e i suoi movimenti, il segno zodiacale il cancro.
Dal punto di vista olfattivo gli aromi in sintonia con il Svadhishthana sono l’ylang-ylang, per le sue capacità stimolanti, il sandalo, perché sensuale e rilassante, il mandarino, armonizzante e gioioso, il coriandolo, capace di smorzare l’eccessivo senso del controllo.
Per saperne di più
Pietra di luna: favorisce l’interazione tra gli emisferi celebrali e dona il giusto equilibrio nella gestione delle emozioni. Rasserena le donne e addolcisce gli uomini. La tradizione la vuole collegata alla fertilità e all’intuito.
Ambra: non è una pietra ma una resina fossile; dona armonia e favorisce una sana e serena interazione con il mondo esterno.
Tormalina nera: Purifica gli ambienti, si utilizza per la protezione dai campi elettromagnetici dei computer e dei cellulari. Scioglie i ristagni di rabbie e paure.
Corniola: favorisce l’autostima, energizza, stimola la creatività e fortifica la volontà.
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