Le scuole italiane? Più inquinate delle strade

Siamo abituati ad associare il termine inquinamento alle condizioni d’aria all’esterno eppure l’allarme giunge adesso per l’aria che si respira nelle aule delle scuole. Uno studio europeo condotto anche in Italia ha rilevato infatti che dentro le pareti delle scuole le concentrazioni di PM10 e anidride carbonica sono più elevate che all’esterno. Evidenti le ripercussioni sulla salute dei bambini e dei ragazzi: è boom infatti di casi di allergia e asma fra gli alunni.

A provocare allergie o crisi di asma sono in particolare fumo, formaldeide, amianto, radon, pesticidi, acari della polvere, muffe, funghi e spore, lattice e alimenti.

Insieme all’obesità l’asma è oggi la malattia cronica più diffusa nell’infanzia (10-11% di bambini e adolescenti), mentre la rinite allergica colpisce fino al 35,2% dei soggetti pediatrici, tanto che, se il trend si mantiene, nel 2020 ne soffrirà il 50% dei bambini.
In generale la popolazione che soffre di asma, riniti allergiche ed eczemi ammonta al 20% in Italia, ed è in continuo aumento soprattutto nell’infanzia e adolescenza.

Il ministero della Salute, in accordo con Governo, regioni, comuni e province, ha pubblicato delle linee guida per la tutela e la promozione della salute degli ambienti chiusi. Le linee guida suggeriscono di favorire il ricambio dell’aria, eliminare quotidianamente la polvere da pavimenti, banchi e cattedre con panni umidi, fare una pulizia più minuziosa nella stagione dei pollini, ed evitare nelle aule la presenza di carta da parati, tappeti, e tende.

È consigliato inoltre non accumulare libri e giornali, limitare la presenza di armadietti, appendere i cappotti fuori delle aule, plastificare i poster e fogli di lavoro da esporre alle pareti, non tenere in classe piante ornamentali, mantenere una temperatura ambiente intorno ai 18-20°C, assicurare una corretta e regolare manutenzione degli impianti di riscaldamento, ventilazione o condizionamento.

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