Stanze sovraffollate, massaggi cardiaci sul pavimento, malati su materassi in terra. Alcune foto scattate al Pronto Soccorso del San Camillo mostrano le condizioni di degrado in cui versa il reparto dell’ospedale romano.
“La situazione ha superato il limite della vergogna”, ha commentato Massimo Magnanti, segretario del Sindacato professionisti emergenza sanitaria (Spes), che lancia l’allarme sul sovraffollamento nei pronto soccorso capitolini.
“Da anni – afferma Magnanti – denunciamo il sovraffollamento dei dipartimenti d’emergenza di Roma e provincia. Dove in media ogni giorno ci sono circa 100 pazienti parcheggiati sulle barelle in attesa di un ricovero. E possono rimanerci anche da molte ore a diversi giorni”.
“Oggi assistiamo – avverte Magnanti – alla trasformazione dei dipartimenti d’emergenza (Dea) in veri reparti di degenza. Una situazione che blocca tutto il servizio, allunga i tempi d’attesa per i cittadini e non garantisce un servizio all’altezza per il cittadino”.
“Dare assistenza a chi ne ha bisogno in ogni situazione è il dovere del medico – spiega Magnanti, commentando le foto dei medici che assistono un paziente per terra adagiato su un materasso – ma quelle immagini parlano di una situazione al collasso purtroppo comune in molte strutture. Soprattutto quelle più grandi come l’Umberto I, il San Giovanni e il policlinico Gemelli. Sarebbe meglio che la politica non strumentalizzasse queste problematiche. Perché c’erano e sono state ampiamente denunciate anche prima dell’attuale amministrazione regionale”.
Secondo Magnanti, per scongiurare il ripetersi di simili situazioni di degrado “andrebbero seguite le indicazioni internazionali previste per la medicina d’emergenza, rivista la dotazione dei posti letto a livello Regionale e anticipate le dimissioni dai reparti dell’ospedale dal pomeriggio al mattino. Così da accelerare un nuovo ricovero. E va favorita nelle strutture la presenza del ‘bed manager’, ovvero un manager dei posti letto in grado di trovare una sistemazione nel reparto per il paziente in attesa di un ricovero anche quando sembra una missione impossibile”.
A farsi portavoce dell’allarme lanciato dai medici del San Camillo è stato il consigliere della Regione Lazio e senatore del Pd, Esterino Montino. “Oggi – ha spiegato – ho incontrato i medici della struttura, in agitazione da giorni per denunciare condizioni intollerabili in cui da mesi sono costretti ad operare, pericolose per la salute dei pazienti. Mi hanno comunicato che, se non saranno presi provvedimenti immediati, presenteranno a breve una denuncia alla Procura della Repubblica per interruzione di servizio pubblico d’emergenza, omissione di atti d’ufficio e disastro colposo”.
“I malati vengono curati su materassi in terra. Addirittura si fanno i massaggi cardiaci con i pazienti stesi sul pavimento. A questo livello di degrado e abbandono la sanità del Lazio non era mai arrivata”.
Simili situazioni si sono però verificate di recente anche in altre strutture italiane. Al pronto soccorso dell’ospedale ‘Cardarelli’ di Napoli per mancanza di barelli i malati, urgenze comprese, vengono trasportati all’interno su delle sedie da ufficio, fornite dagli impiegati della struttura.
Ciò si verifica almeno tre o quattro volte al mese quando, per via del grande afflusso di pazienti e della mancanza di letti, le barelle sono insufficienti poiché occupate dai degenti in reparto e da chi attende di essere visitato. Il problema è la mancanza dei posti e la riduzione delle risorse a causa dei tagli.
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