Salute e conflitti di interesse: studenti di Medicina corteggiati dalle aziende

Le case farmaceutiche continuano a “corteggiare” i medici in formazione e spesso le università  non fanno abbastanza per proteggere gli studenti e assicurare loro un percorso formativo indipendente. Questo il tema al centro di un articolo pubblicato su dottprof.com che affronta il tema del conflitto di interesse nella salute e dell’etica delle professioni sostenendo che resta ancora molta strada da fare per una sanità più trasparente e libera da condizionamenti.

Nel testo si fa riferimento ad una revisione pubblicata nel 2011 che dimostrava che 9 studenti su 10 negli Stati Uniti avevano ricevuto soldi o favori da aziende.

Le università dovrebbero proteggere gli studenti cercando in ogni modo di garantire un percorso formativo indipendente da interessi commerciali. Eppure ciò non sempre avviene. “Mentre in Nord America molte scuole di medicina hanno formulato e implementato politiche sui conflitti di interesse (COI), sono poche le politicy istituzionali promosse in Germania”, scrivono gli autori di un articolo uscito da poco. La ricerca condotta sulle 38 facoltà di medicina tedesche mostra che solo 2 di esse ha una policy per la gestione dei conflitti di interesse, talvolta addirittura senza che i presidi ne siano a conoscenza e si tratta per di più anche di raccomandazioni incomplete, che non prendono in considerazione molte delle numerose forme in cui i conflitti possono manifestarsi.

“Si tratta di risultati che confermano il disinteresse della medicina accademica per un problema già segnalato anni fa da uno studio sulle università canadesi (6) e tutt’ora non soltanto irrisolto, ma destinato probabilmente a diventare più grave”, si legge nell’articolo.

Fonte: dottprof.com

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