In Italia il consumo medio giornaliero di sale è pari a 10,9 grammi fra gli uomini e 8,6 fra le donne, contro una media raccomandata di 5 grammi al giorno, secondo le tabelle dell’Organizzazione mondiale della sanità. È quanto emerge dal progetto Minisal-Gircsi che ha coinvolto 1519 uomini e 1450 donne fra i 35 e i 79 anni di 15 regioni italiane.
Il progetto Minisal-Gircsi, parte del programma nazionale Guadagnare salute, è coordinato dal dipartimento di Medicina clinica e sperimentale della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (Iss), l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), l’Università Cattolica di Campobasso, la Fondazione per l’ipertensione arteriosa, la Clinica pediatrica dell’Università di Foggia e il Gircsi (Gruppo di lavoro intersocietario per la riduzione del consumo di sale in Italia). Gli esiti sono stati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità.
Gli esperti hanno concluso che solo una percentuale minima della popolazione rientra nei livelli raccomandati. Eppure il sale costituisce un potenziale nemico per la nostra salute in quanto provoca ritenzione idrica, ipertensione e invecchiamento precoce delle arterie.
Per questo motivo diversi Stati hanno avviato programmi di riduzione del consumo di sale, tra cui l’Italia, con un accordo tra il ministero della Salute e l’Associazione della panificazione artigianale e industriale per la riduzione del 15% in 4 anni del contenuto di sale nel pane.
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