Il sonno notturno nell’uomo è caratterizzato da un distinto profilo di ormoni con proprietà immunomodulatorie.
Nella prima parte del sonno predomina il sonno ad onde lente (stadio 3 e 4), si ha un picco di GH e i livelli minimi di cortisolo. Nell’ultima parte del sonno, quando predomina la fase REM, la secrezione di GH diminuisce.
L’innalzamento di GH, nel primo periodo del sonno, si verifica anche durante il sonno diurno ed è indipendente dagli oscillatori circadiani. Durante il picco di GH si ha anche un incremento di prolattina.
L’attività dell’asse HPA ha un ritmo temporale invertito. Il rilascio di CRH, ACTH e di corticosteroidi segue un ritmo circadiano indotto dal nucleo soprachiasmatico, raggiunge livelli minimi durante la prima fase del sonno notturno e aumenta nella fase tardiva (REM), raggiungendo i valori massimi al risveglio.
Il rilascio di catecolamine è ridotto durante il sonno, in particolare durante il sonno REM. La melatonina, che ha un forte ritmo circadiano con picchi notturni, facilita il sonno ed è responsabile del picco notturno di timosina-α1 e timulina.
Generalmente, il GH, la prolattina e la melatonina sono considerati ormoni immunoprotettivi, mentre ACTH, cortisolo e catecolamine sono immunosoppressivi.
Durante il sonno notturno, il ridotto livello di glucocorticoidi, associato all’incremento di melatonina, comportano la prevalenza della risposta TH1 con predomino dell’IFN-γ e incremento dell’attività citotossica delle NK. Anche il GH potrebbe intervenire nell’incremento dell’attività delle cellule NK e nell’aumento della risposta TH1.
Conclusioni
Il profilo ormonale durante il sonno notturno ha proprietà immnomodulatorie (aumento della melatonina, picco di GH e livelli minimi di cortisolo nella prima parte del sonno) con prevalenza della risposta Th1 e aumento dell’attività citossica delle NK.
Per ulteriori approfondimenti su questo argomento si rinvia al testo Multidisciplinarietà in Medicina.
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