Esistono in commercio differenti varietà di riso, ma spesso la scelta dei consumatori ricade su quello bianco o ‘brillato’. Eppure, secondo quanto emerso da uno studio condotto in America dalla Harvard School of Public Health di Boston, dovremmo preferire il riso integrale in quanto più ricco di vitamine, fibra e minerali che in parte vengono persi durante il processo di raffinazione del riso bianco.
Pubblicato da Archives of Internal Medicine, lo studio ha preso in considerazione i dati conclusivi di tre grandi indagini alimentari condotte sulla popolazione americana (un campione di 200mila persone) in un arco di tempo tra i 14 e i 22 anni.
Lo studio ha quindi evidenziato che il diabete 2 era molto meno diffuso in quelle fasce di popolazione abituate a consumare riso integrale, ricco di componenti che hanno un ruolo protettivo nei confronti di questa malattia.
Ciò ha confermato dunque i risultati di precedenti studi che dimostravano come prediligere i cereali integrali, tra cui il riso integrale, può ridurre il rischio di diabete di tipo 2.
Inoltre i chicchi integrali hanno un indice glicemico più basso rispetto a quelli bianchi, ovvero rilasciano più gradualmente il glucosio di cui è costituito l’amido e ciò comporta rialzi più contenuti della glicemia. Considerati i lunghi tempi di cottura che richiede il riso integrale e che ben poco si conciliano con la frenetica routine quotidiana, una valida alternativa è rappresentata dal riso parboiled che ha un indice glicemico simile, se non addirittura inferiore, ma cuoce in poco tempo.
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