“Tra vent’anni moriranno tutti di tumore”. Sono le agghiaccianti parole pronunciate 15 anni fa da Carmine Schiavone. Il 7 ottobre 1997 il il boss pentito della camorra campana parlava così di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, svelando i traffici illeciti dei casalesi. La testimonianza è stata resa pubblica il 31 ottobre scorso da Montecitorio.
A rischio cancro, affermava Schiavone, gli abitanti di numerosi comuni del casertano. “Non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via avranno forse 20 anni di vita”, affermava Carmine Schiavone.
A distanza di 15 anni dalla ‘profezia’ del boss pentito della camorra, oggi a lanciare l’allarme sono i pediatri secondo cui il rischio cancro derivante dai rifiuti tossici è “inaccettabile”. I pediatri italiani hanno scritto una lettera al governo e al Garante per i diritti dell’infanzia per chiedere la bonifica immediata dei siti inquinati e il controllo delle fonti di inquinamento.
In Puglia sono 12mila i bimbi che rischiano di sviluppare una malattia, mentre in Campania non esiste un registro dei tumori per studiare il rapporto di causa-effetto.
“L’esposizione a sostanze tossiche – hanno scritto i pediatri al governo – è contro il diritto alla salute e all’uguaglianza, sanciti dalla Costituzione. I bambini dei territori contaminati hanno diritto al futuro. È necessario adottare il principio di precauzione. La comunità scientifica internazionale ha individuato da molti anni le sostanze certamente dannose per la salute. Pertanto, non vi è alcun bisogno di ulteriormente dimostrare, con onere della prova a carico delle vittime, il danno alla salute determinato dall’esposizione a queste sostanze”.
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