Raffreddore, tosse, mal di gola, febbre. Come rafforzare le difese immunitarie dei bambini?
Ecco alcuni consigli dagli esperti.
1. Ritardare quando possibile l’ingresso al nido o alla scuola materna
La vita in particolare al nido – in aule che durante l’inverno con le finestre chiuse divengono un aerosol di microbi – rappresenta un forte stress per un sistema immunitario ancora in via di formazione.
L’esposizione ai microbi, da un lato, ne aiuta la maturazione. Dall’altro può però rappresentare un problema se il processo maturativo è ancora indietro. “Alcuni bambini, anche molto piccoli – afferma la pediatra – reagiscono comunque bene al nido e si ammalano poco, mentre altri si ammalano di più. Per questi ultimi, se possibile, si può provare a tenerli a casa un po’ più a lungo”. Il consiglio della pediatra è quello di procedere per gradi. “Se si vede che il piccolo salta da una malattia all’altra si può provare a tenerlo a casa per un paio di mesi e poi vedere cosa succede rimandandolo all’asilo. Magari andrà subito meglio, magari si ammalerà di nuovo e avrà bisogno di stare a casa ancora un po’”.
“Anche i bambini più gracili – rassicura Duse – agli ultimi anni della materna o all’inizio delle elementari si stabilizzano e cominciano ad ammalarsi molto più raramente”.
2. Non forzare i tempi della convalescenza
Se il bimbo non è completamente guarito è meglio tenerlo a casa uno o due giorni in più, altrimenti si rischia di incentivare le ricadute.
3. Aprire le finestre
Ricordarsi di aerare spesso gli ambienti in casa. “Smog cittadino ed esposizione a fumo passivo, oltre al fatto che la mamma abbia fumato durante la gravidanza, sono fattori di rischio conosciuti per le infezioni ricorrenti”, spiega Alberto Villani, responsabile del reparto di Pediatria generale e malattie infettive dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
4. Attenzione a sonno e alimentazione
Come sottolinea Villani, il bambino deve dormire un certo numero di ore – almeno 10-12 ore tra 3 e 5 anni, anche di più se è più piccolo – e deve mangiare bene, seguendo una dieta varia ed equilibrata: due accorgimenti che lo rinforzano in generale e dunque anche sul fronte immunitario.
Una sana alimentazione, ricca di frutta e verdura, garantisce un buon apporto di vitamina C, importante per la prevenzione delle infezioni. Una sana alimentazione con effetto preventivo comincia dalla nascita: è dimostrato che l’allattamento al seno esclusivo per almeno sei mesi riduce il rischio di infezioni ricorrenti nei bambini.
5. Lavare spesso le mani
Lavare spesso le mani aiuta a prevenire raffreddore, tosse e influenza.
6. Trascorrere tempo all’aria aperta
L’esposizione al sole è una fonte di vitamina D, che secondo vari studi è molto importante nella prevenzione delle infezioni. Nei mesi invernali il pediatra potrà consigliare un integratore per raggiungere un buon dosaggio di vitamina D.
7. Sì alle vitamine con il controllo del medico
Vitamina C e vitamina D sono importanti per la prevenzione delle infezioni, e spesso i bambini ne sono carenti. Pertanto può essere utile assumerle come integratori, ma sempre su prescrizione medica.
8. Valutare l’opportunità di un probiotico o di un immunomodulante
Si tratta di una valutazione che spetta al medico, ma rappresenta una possibilità in più.
9. Attenzione ai prodotti alle erbe
Anche per alcuni prodotti a base di erbe la letteratura scientifica suggerisce una minima utilità. Anche in questo caso, però, il consiglio è di non affidarsi al fai da te.
10. Limitare gli antibiotici
Una cosa da evitare se il bambino va incontro a infezioni ricorrenti è imbottirlo a priori di antibiotici: “La maggior parte delle infezioni che colpiscono i bambini nei primi anni di vita – spiega Marzia Duse – sono di origine virale, e gli antibiotici non servono. Se c’è un’infezione in corso, il piccolo va sicuramente tenuto sotto controllo, ma va anche ricordato che in genere si tratta di infezioni non pericolose, mentre sicuramente pericoloso è il fenomeno, sempre più diffuso, della resistenza agli antibiotici. Facilitato proprio da una somministrazione eccessiva e non mirata, rischia di lasciarci senza armi per combattere malattie che possono davvero essere importanti”.
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