Psillio (Plantago psyllium o Plantago ovata)

Famiglia: Plantaginaceae

Habitat: E’ una pianta originaria del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente: cresce soprattutto nei terreni semisabbiosi.

Etimologia: Il nome della famiglia deriva dal latino planta ovvero pianta del piede, probabilmente per la forma piatta e larga delle foglie.

Parte usata: I semi essiccati.

Possibilità di impiego
Prof. Pier Paolo Mussa – Università di Torino
“I semi dello Psillio sono utilizzati da tempo, sia in medicina umana sia in veterinaria, per la loro capacità di stimolare la peristalsi intestinale.
La fibra dello Psillio ha un indice di fermentescibilità intestinale basso, minore di quello delle pectine, ma maggiore di quello della cellulosa, e induce la produzione di acidi grassi a catena corta. La fermentescibilità è anche influenzata dal tempo a disposizione.
Cento grammi di Psillio forniscono 71 grammi di fibre solubili. Le fibre solubili si legano agli acidi grassi e prolungano il tempo di svuotamento dello stomaco, per cui ad esempio gli zuccheri  vengono rilasciati e assorbiti più lentamente e avviene un miglioramento della digestione delle proteine”.

Ai corretti dosaggi, il Ginkgo Biloba può essere utilizzato per:
Ripristino e mantenimento della funzionalità intestinale
Lo Psillio aumentando il volume del bolo fecale e stimolando la peristalsi può ridurre la costipazione e facilitare l’evacuazione dei boli di pelo.
Secondo Sannia (studi sull’uomo) “è usato per ripristinare e mantenere la regolarità delle funzioni intestinali. Incrementa il volume delle feci mediante assorbimento di acqua nel tratto gastrointestinale, che stimola la peristalsi. La pressione intraluminale viene diminuita, mentre il transito nel colon e la frequenza della defecazione vengono aumentati”. Le mucillagini altamente idrofile di questa pianta aumentano molto di volume in presenza di liquidi (fino a circa 30-40 volte il loro volume a secco), formando un gel che aumenta il volume del bolo fecale, stimolando così la peristalsi e facilitando l’evacuazione.
Il colon risponde alla massa più ampia e soffice dei residui prodotta dalla fibra contraendosi e facilitando l’espulsione del suo contenuto. Un’ulteriore azione viene esercitata sui batteri intestinali, che incrementano la produzione di acidi organici a catena corta.

Colite cronica (studi del cane)
La mucillagine contenuta nello Psillio ha proprietà antiinfiammatorie e lenitive sulla mucosa intestinale irritata.

Diarrea idiopatica cronica del grosso intestino (studi nell’uomo)
Uno studio condotto su 37 cani affetti da questa malattia ha messo in evidenza i buoni risultati ottenibili mediante l’associaizone di un prodotto a base di Psillio con una dieta commerciale appropriata.

Diabete (studi nell’uomo)
Le fibre solubili contenute nello Psillio prolungano il tempo di svuotamento dello stomaco per cui gli zuccheri vengono rilasciati e assorbiti più lentamente; esse sono pertanto utili in caso di diabete.

Iperlipidemia (studi nell’uomo)
Lo Psillio contribuisce a ridurre il livello dei lipidi sierici.

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