Le conoscenze fornite dalla psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) sottolineano i molteplici legami tra il sistema nervoso centrale, che riconosce e ricorda le esperienze, il sistema endocrino, che produce ormoni che regolano molte funzioni somatiche, e il sistema immunitario, che organizza le risposte in caso di infezioni e altre sollecitazioni.
Inoltre, è stato riconosciuto che specifici comportamenti sono associati ad un aumentato rischio di contrarre specifiche malattie. L’intima relazione tra comportamento, emozioni, relazioni sociali e stato di salute psicofisico evidenzia la possibilità di intervenire sullo stato di salute dell’unità mente-corpo attraverso modificazioni del comportamento, emozioni positive, sostegno affettivo e supporti sociali (cfr. “Multidisciplinarietà in Medicina“).
La Medicina Omeopatica ha, tra le sue basi dottrinari, la necessità di individualizzare il malato e la terapia. Nel rilevare il quadro sintomatologico del malato vengono scelti i sintomi più caratteristici a livello generale, fisico e mentale. L’impossibilità di ignorare i sintomi mentali in caso di affezioni somatiche o, viceversa, l’impossibilità di ignorare i sintomi fisici e generali in caso di affezioni psichiche e mentali, trova attualmente una giustificazione e un sostegno di veridicità (cfr. “Multidisciplinarietà in Medicina“).
La PNEI ha infatti confermato che alcuni comportamenti, situazioni di stress e sollecitazioni emozionali determinano alterazioni dell’immunosorveglianza e di conseguenza l’insorgenza di svariate patologie. Queste possono manifestarsi prevalentemente a livello somatico, per cui, ad esempio, l’insorgenza di una tiroidite può essere preceduta da una delusione sentimentale. Inoltre, poiché gli stimoli non cognitivi, recepiti dal sistema immunitario, vengono inviati al sistema nervoso, quest’ultimo può esprimere attraverso sintomi preminentemente mentali le situazioni di pericolo registrate a livello immunitario.
Ad esempio, determinate paure di tipo “ipocondriaco”, la paura dei tumori, situazioni ansiogene o depressive, ecc. possono essere correlate ad un’iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, ad alterazioni del profilo delle citochine e ad un eccessivo livello di catecolamine e quindi, riflettere un pericolo reale dell’organismo e non una paura semplicemente “fantasmatica”.
Pertanto, dato che l’Omeopatia:
- agisce su tutta la persona,
- è una terapia medica che considera e riequilibria tutti i piani della persona (cioè la sua unità mente-corpo),
- è una terapia perfettamente individualizzata, perché il rimedio omeopatico è scelto sui sintomi psico-fisici della persona e non sui sintomi della malattia e meno ancora sul nome della malattia, ne consegue chiaramente che l’Omeopatia è veramente una terapia ad azione eziologica capace di estirpare le cause profonde di ogni patologia.
È però ovvio che il trattamento omeopatico deve essere impostato sulle vere regole omeopatiche. A tale scopo, consiglio la lettura di un libro intramontabile: l’Organon di Samuel Hahnemann.
Bibliografia
1 – Gasparini L. Multidisciplinarietà in Medicina. Metodologia, Scienze biomediche, Posizione dell’omeopatia in ambito scientifico. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2011
2 – Gasparini L. Studio di Materia Medica omeopatica. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2000
3 – Hahnemann S. C. F. Organon dell’arte di guarire. Con integrazioni e commenti didattici utili per la comprensione e l’insegnamento della Medicina Omeopatica. Adattamenti di G. Fagone. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2011
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