Studi hanno scoperto che la vitamina D gioca un ruolo importante nel supportare le funzioni immunitarie in una serie di modi, ad esempio rilasciando maggiori quantità di peptidi antimicrobici nella pelle.
Una nuova ricerca dimostra che livelli bassi di vitamina D nel siero sanguigno aumentano il rischio di presenza, nel naso, di stafilococco aureo meticilino-resistente. In America si stima che i portatori di questo tipo di batteri, localizzati nelle cavità nasali, siano 2,7 milioni.
Questo legame è stato confermato anche dopo aver condotto le analisi utilizzando le variabili di età, razza, uso recente di antibiotici, ricovero ospedaliero recente e povertà. Ciò significa che lo status della vitamina D potrebbe essere un fattore di rischio modificabile legato alla presenza di stafilococchi di questo tipo e di potenziali infezioni correlate.
Fonti bibliografiche:
Scandinavian Journal of Infectious Diseases, 8 Marzo 2010.
I commenti del Dr. Mercola
Proprio quando si pensava che la vitamina D avesse esaurito i suoi benefici, ecco che salta fuori qualcos’altro!
Questa volta la vitamina D combatte uno dei più temuti e prolifici batteri antibiotico-resistenti in circolazione – lo stafilococco aureo meticilino-resistente, conosciuto anche come MRSA (Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus).
La vitamina D funge da antibiotico naturale
Questa ricerca si basa su presupposti già noti, secondo i quali la vitamina D concorre al regolare funzionamento del sistema immunitario e offre un’efficace protezione contro le infezioni. Questo è possibile grazie alla sua azione su geni specifici che producono, a loro volta, oltre 200 peptidi antimicrobici, un buon sostegno alla lotta contro ogni sorta di infezioni virali e batteriche.
Per esempio, la ricerca recente ha scoperto che la vitamina D può contrastare gli effetti del morbo di Crohn (patologia infiammatoria dell’intestino) agendo direttamente su due geni – il gene beta-defensina 2, che codifica un peptite antimicrobico e il gene NOD2 che segnala alle cellule la presenza di microbi invasori.
In questo caso, gli studiosi si sono concentrati in maniera specifica sull’impatto della vitamina D sullo stafilococco aureo meticilino-resistente, un “super batterio” antibiotico-resistente che fa ammalare ogni anno, si stima, 90000 americani, e costa più vite dell’HIV.
I ricercatori hanno calcolato che il virus MRSA è presente nelle cavità nasali di 2,7 milioni di americani o, se vogliamo, poco più dell’uno per cento della popolazione degli Stati Uniti. Inoltre, circa il 30 per cento delle persone lo porta sulla pelle senza particolari effetti collaterali e si sono verificati casi che avevano la loro origine in luoghi pubblici, come scuole e palestre pubbliche. Anche le abitazioni e gli animali domestici possono ospitare e diffondere questi pericolosi batteri.
La ricerca di contromisure efficaci a questa crescente minaccia alla salute pubblica non ha dato molti risultati, ma l’aumento generale dei livelli di vitamina D nella popolazione potrebbe rivelarsi parte della soluzione.
Com’è ormai noto, al giorno d’oggi la carenza di vitamina D è più una regola che un’eccezione. Secondo questa ricerca, tale carenza è associata a un maggiore rischio di essere portatori del virus MSRA.
Questa conclusione riprende scoperte precedenti che hanno collegato i livelli della vitamina D a una serie di malattie infettive.
Vitamina D come difesa fondamentale contro le malattie infettive: le prove
Nel corso dei mesi passati, ho discusso dell’importanza della vitamina D come rimedio profilattico contro malattie infettive come raffreddori e influenza, che si contraggono principalmente nella stagione in cui, generalmente, i livelli di vitamina D della popolazione sono al minimo.
Almeno cinque studi mostrano una relazione di tipo inverso tra le infezioni del tratto respiratorio inferiore e i livelli di vitamina D, cioè, più alti sono i suoi livelli, più basso è il rischio di contrarre raffreddori, influenza ed altre infezioni di questo tipo.
Si è dimostrato che alti livelli di vitamina D concorrono a prevenire e curare la tubercolosi (che ha un’origine batterica). Di fatto, negli ultimi dieci anni, sono apparse molte ricerche a dimostrare come la vitamina D sia uno degli elementi più importanti per una diagnosi precoce della malattia.
Queste ricerche arrivano tutte alla stessa conclusione: la carenza di vitamina D innesca la malattia se si è portatori dei batteri. Più grave è la carenza, più alto è il rischio di sviluppare una forma attiva di tubercolosi.
Uno studio precedente è riuscito a mostrare un’ incredibile percentuale di risoluzione spontanea (del 100 per cento) tramite la cura di pazienti affetti da tubercolosi con 10000 unità giornaliere di vitamina D (rispetto alle 400 solitamente consigliate dalla medicina convenzionale).
Sta crescendo anche il numero di ricerche sull’impatto della vitamina D sul virus HIV.
Chiaramente la scienza entra in fermento quando si tratta di scoperte di benefici quasi inimmaginabili derivati dalla vitamina D. Sfortunatamente, la demonizzazione del sole come terribile causa di cancro mortale alla pelle ha causato più problemi di salute di quel che si immaginava quando si sono attuate per la prima volta le misure volte ad evitare l’esposizione alla sua luce.
Per una maggiore comprensione del ruolo che la luce del sole ha nel mantenere una buona salute, vi consiglio di guardare la mia conferenza gratuita sull’argomento della durata di un’ora.
Anche Il mio libro, Dark Deception, analizza i numerosi benefici di una appropriata e sicura esposizione al sole. Studi passati hanno effettivamente mostrato come più di un milione di persone muoia ogni anno a causa della mancanza della luce solare e della conseguente carenza di vitamina D, perciò superare il timore del sole è necessario.
Il libro da uno sguardo approfondito a tutte le varie questioni relative a creme solari, cancro, vitamina D e luce del sole –e parla dei motivi per cui la comune credenza che ci spinge a proteggerci dai raggi solari è terribilmente sbagliata.
Un altro ottimo articolo di cui consiglio un’attenta lettura è il pezzo di William Faloon su Life Extension Magazine , che si intitola: “Milioni di morti inutili”.
In esso, Faloon spiega in che modo il fatto di aumentare i livelli di vitamina D potrebbe ridurre i costi della sanità americana di DECINE DI MILIARDI di dollari ogni anno. Per esempio, si è dimostrato che la vitamina D riduce le percentuali di attacco cardiaco di un impressionante 142 per cento – tutta un’altra cosa rispetto al 37 per cento dichiarato dal Lipitor.
La sola riduzione degli attacchi di cuore potrebbe far risparmiare al sistema sanitario americano 84 miliardi di dollari l’anno, per non parlare di tutte le altre patologie influenzate dalla vitamina D, dal cancro alle malattie infettive…
Fonte: mercola.com
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