Una nuova ricerca tutta italiana ha messo in evidenza come celiaci e potenziali celiaci hanno lo stesso fingerprinting e per questo entrambi dovrebbe seguire lo stesso regime alimentare.
Rientrare nella categorie dei potenziali significa aver evidenziato positività all’analisi del sangue, con cui si indaga sulle intolleranze, pur in assenza di manifestazioni e alterazioni istologiche dei villi intestinali. Per tale ragione a questi soggetti normalmente non viene indicata alcuna dieta senza glutine a differenza dei celiaci conclamati.
La nuova ricerca è stata realizzata da un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università di Firenze – Centro di ricerca di risonanze magnetiche-CERM, Dipartimenti di Chimica, di Fisiopatologia Clinica, di Farmacologia – e del Centro regionale toscano di riferimento per la celiachia e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer.
La ricerca è stata condotta su di un campione così strutturato: 61 celiaci, 29 celiaci potenziali e 51 soggetti sani.
Il profilo metabolomico è stato analizzato attraverso risonanza magnetica del siero e delle urine.
Il risultato è stato che i primi due gruppi hanno in comune caratteristiche biochimiche mentre si differenziano completamente dai soggetti sani.
Così Antonio Calabrò, responsabile del Centro di riferimento regionale toscano per la celiachia ha così commentato i risultati della ricerca:
“I nostri risultati dimostrano che le alterazioni metaboliche riconducibili all’ingestione di glutine, possono precedere la comparsa di atrofia dei villi intestinali ed i conseguenti sintomi da malassorbimento e forniscono pertanto un ulteriore argomento razionale a favore della precoce istituzione della dieta senza glutine anche nei pazienti con celiachia potenziale, come recentemente suggerito da alcuni studi clinici. In altre parole, abbiamo un’evidenza in più sul fatto che il glutine possa far male ad alcuni soggetti prima ancora che la mucosa intestinale sia danneggiata. Il nostro studio fornisce, perciò, un’importante indicazione, anche nell’ottica di un’attiva prevenzione di talune manifestazioni frequentemente associate alla celiachia, come ad esempio l’osteoporosi”.
Secondo quanto presentato quindi anche i potenziali celiaci dovrebbero nel loro regime alimentare evitare tutti quegli alimenti che contengono glutine.
La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Proteome Research ed è stata considerata particolarmente interessante e meritevole di interesse dall’American Chemical Society.
Fonte: Blogosfere.it
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