La pornografia? Una droga

La pornografia può provocare una dipendenza simile a quella della droga o dell’alcol. Gli utenti compulsivi di prodotti pornografici mostrano infatti gli stessi segni di dipendenza nella loro attività cerebrale come gli alcolisti o i tossicodipendenti. È quanto emerge da uno studio realizzato dall’Università di Cambridge.

I ricercatori hanno usato la risonanza magnetica per analizzare l’attività cerebrale di 19 utenti di pornografia che avevano ammesso di avere un problema con la loro abitudine a cercare visioni hard. I soggetti coinvolti nella ricerca erano tutti maschi di età compresa tra i 19 e i 34 anni, molti di loro, nonostante avessero tentato di smettere con questo “vizio”, non vi erano riusciti; la maggioranza di loro per questo motivo aveva perso la propria partner o il posto di lavoro.

Nella prima ricerca di questo genere, le scansioni cerebrali realizzate con la risonanza magnetica hanno mostrato che una parte centrale del cervello, la stessa che viene stimolata con la droga o con l’alcol nei tossicodipendenti e negli alcolisti, si ”illumina” quando gli utenti di pornografia compulsivi guardano materiale esplicito. Queste aree del cervello non si attivano invece nelle persone che non erano utenti abituali od ossessivi di film o pubblicazioni porno.

Lo studio è stato pubblicato sul Sunday Times poco dopo che un’indagine ha riscontrato la fruizione di immagini a sfondo sessuale sia sempre più frequente tra gli adolescenti: il 25% dei giovani tra i 13 e i 16 anni infatti passa molto tempo collegato a siti porno o vietati ai minori di 18 anni. Secondo gli esperti tutto ciò può influire in negativo sull’educazione sessuale in soggetti in fase di sviluppo, spingere i maschi a trattare le femmine come oggetti sessuali e determinare un aumento dei casi di violenza sessuale.

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