Pillole: ecco perché non bisogna spezzarle

Tagliare le pillole, triturarle o mescolarle negli alimenti per ingerirle più facilmente. Si tratta di un’abitudine che riguarda in particolare gli anziani, che spesso hanno difficoltà di deglutizione, ma che può rivelarsi pericolosa.

Sono gli esperti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), riuniti a Napoli per il 62° Congresso Nazionale dal 29 novembre al 2 dicembre, a mettere in guardia contro i rischi di schiacciare o dividere le compresse. Così facendo, infatti, quattro anziani su dieci alterano la struttura dei farmaci, frantumando le compresse, e uno su cinque le camuffa nei cibi.

Il risultato è che la quantità di farmaco assunta si discosta di almeno il 15% da quella prescritta, con un rischio di sotto o sovradosaggio che riduce l’efficacia della terapia.  Se il farmaco ha una finestra terapeutica stretta, ovvero è tossico a dosaggi che si allontanano anche in modo minimo da quelli necessari, vi è un pericolo concreto di eventi avversi.

La pratica di alterare i farmaci, secondo i dati raccolti dalla Sigg, è un’abitudine diffusa in particolare nelle residenze assistenziali sanitarie, in quanto molti pazienti non riescono a deglutire a causa di demenza o ictus.

Tuttavia, come spiega il presidente Sigg Nicola Ferrari, dividere le pillole è sempre fonte di errori: “l’imprecisione è inevitabile soprattutto negli anziani che hanno spesso difficoltà visive o problemi articolari alle mani. Non parliamo poi di quando la pastiglia viene triturata: non perderne una parte consistente è praticamente impossibile. Un’operazione che viene spesso estesa a tutte le medicine prescritte, mescolate in un’unica soluzione. Un mix che può provocare rischi di interazione fra principi diversi e fenomeni di irritazione delle vie aeree a causa dell’inalazioni delle polveri”.

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