È stata riscontrata nel Po la presenza di c6o4, Pfas di nuova generazione. “Questa è la conferma che la questione Pfas interessa tutto il Paese, è una primaria questione ambientale nazionale”, ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia. La Regione Veneto sta predisponendo una segnalazione alle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte.
Le campionature sono state eseguite dall’Arpav dopo la contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova. L’inquinante era stato trovato in passato nelle acque contaminate nei pressi dello stabilimento della Miteni, che lo utilizzava nel processo produttivo a sostituzione dei Pfas tradizionali. A marzo è stata riscontrata una positività presso la stazione di acque superficiali sul fiume Po in località Corbola con la determinazione di un quantitativo di alcune decine di nanogrammi litro. Il campionamento è stato ripetuto il 2 aprile scorso.
Il direttore dell’Area Tutela e Sviluppo del Territorio della Regione Veneto, Nicola Dell’Acqua, ha inviato una lettera ai colleghi di Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna per comunicare i riscontri dell’Arpav sulla significativa presenza di C6O4 nelle acque del fiume Po. Si tratta di una sostanza che appartiene alla famiglia dei composti delle meglio note sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), completamente artificiale.
Dell’Acqua, che ricopre anche il ruolo Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione Civile in conseguenza della contaminazione da Pfas delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova, nella comunicazione sottolinea che la presenza in concentrazione anomala dei C6O4 nel Po che viene segnalata non può pervenire dal sito inquinato della ditta Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, che in Veneto rappresenta il luogo di maggiore concentrazione di sostanza Pfas a livello regionale.
Intanto l’ultimo rapporto con i dati dello screening avviato nella popolazione delle zone coinvolte conferma che concentrazioni di Pfas sono state riscontrate anche nei bambini, seppur in misura inferiore ai soggetti adulti.
Oltre la metà dei veneti sottoposti al controllo Pfas è risultato con valori elevati. A darne comunicazione è la stessa Regione Veneto, il cui invito per uno screening sulla presenza nel sangue di perfluoro-alchiliche era stato rivolto a 47213 abitanti. Hanno risposto all’appello in 25288, dei quali 16400 hanno mostrato concentrazioni molto alte, alterazioni pressorie (in relazione alla pressione arteriosa) e relativamente agli esami bioumorali. A tutti è stato suggerito e offerto, gratuitamente, un percorso di approfondimento di secondo livello.
Pfas, cosa sono?
Le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) sono composti chimici che rendono le superfici trattate impermeabili all’acqua, allo sporco e all’olio. Vengono adoperate per numerosi prodotti come per esempio impermeabilizzanti per tessuti, pelli e carta oleata oppure tappeti, divani, sedili delle auto e contenitori per alimenti. Ma l’utilizzo più noto è probabilmente quello che se ne fa come rivestimento antiaderente delle pentole e dei tessuti impermeabilizzanti e tecnici.
In Italia l’emergenza è esplosa nel 2013, quando il Cnr ha scoperto una vasta contaminazione delle falde nelle province di Vicenza, Verona e Padova.
I rischi per la salute
Le persone più esposte all’inquinamento da composti Pfas hanno un maggior rischio di patologie riproduttive, di disturbi comportamentali nell’infanzia e forse anche di diabete e di alcuni tipi di cancro.
Il meccanismo attraverso il quale i Pfas interferiscono con l’attività ormonale era stato individuato in uno studio condotto dal gruppo di ricerca dell’unità operativa complessa di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, coordinata da Carlo Foresta in collaborazione con Andrea Di Nisio, del Dipartimento di Medicina dell’Università e pubblicato a novembre 2018 sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.
Recenti studi hanno riportato conseguenze sulla salute pubblica a diversi livelli nelle popolazioni esposte a elevate dosi dei Pfas. L’organismo li scambia per ormoni interferendo con l’azione delle ghiandole endocrine, causando malattie a breve e a lungo termine. Queste sostanze possono alterare l’equilibrio ormonale che è fondamentale per la crescita e lo sviluppo del feto e del bambino. Molte di queste patologie associate all’inquinamento da Pfas si sviluppano in organi sensibili agli ormoni testicolari, e in particolare al testosterone.
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