Mangiare frutta e verdura con elevate quantità di pesticidi può compromettere la fertilità maschile. È quanto emerge da uno studio dei ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health pubblicato sulla rivista Human Reproduction.
Gli studiosi hanno analizzato la qualità del liquido seminale in relazione al consumo di frutta e verdura contaminata e allo stile di vita. I vegetali sono quindi stati classificati in base ai dati provenienti dal monitoraggio sui pesticidi da parte del dipartimento statunitense per l’agricoltura, a seconda delle quantità di residui contenuti. I vegetali a elevata quantità di residui sono peperoni, spinaci, fragole, mele, pere; quelli a bassa, piselli, fagioli, pompelmo, e cipolle.
Dalle ricerca è emerso che il consumo di frutta e verdura – pari a una porzione e mezza – con elevati residui di pesticidi è collegato ad un decremento del 50% nella quantità di spermatozoi presenti e il 32% nella qualità rispetto a chi aveva mangiato solo mezza porzione. D’altra parte gli uomini che hanno consumato la maggior parte di frutta e verdura con bassi residui avevano una più alta percentuale di spermatozoi normali rispetto all’altro gruppo.
“Questo è il primo studio che mette in relazione il consumo di pesticidi direttamente ingeriti attraverso l’alimentazione con la salute riproduttiva dell’uomo”, ha spiegato il professor Jorge Chavarro, uno degli autori della ricerca.
Lo studioso sottolinea però che questi risultati non devono essere mal interpretati e non devono scoraggiare il consumo di frutta e verdura in generale. “In realtà – aggiunge l’espero – abbiamo scoperto che consumare quella a basso residuo di pesticidi è benefico. L’importante è scegliere prodotti che ne contengano meno e di cui è nota l’origine” conclude l’esperto”.
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