È stata pubblicata da Greenpeace la classifica ‘Rompiscatole’ sulla sostenibilità del tonno in scatola che prende in considerazione 14 aziende italiane rappresentative dell’80% del mercato nazionale. Al primo posto della classifica si colloca anche questa volta Asdomar, che negli anni ha continuato a migliorare e a mettere in pratica i suoi impegni a favore della pesca sostenibile, utilizzando solo la canna per pescare e rendendo l’etichetta ancora più trasparente.
Asdomar, riferisce Greenpeace, migliora gli impegni, offrendo in una parte dei propri prodotti il più sostenibile tonnetto striato pescato con canna e fornendo tutte le informazioni in etichetta Al secondo posto troviamo invece Mareblu che si impegna a utilizzare solo metodi di pesca sostenibili entro il 2016.
Impegno a metà, invece, per Rio Mare, leader nelle vendite. Secondo Greenpeace, infatti, l’azienda non offre una piena ‘qualità responsabile’, non avendo neppure eliminato dall’intera produzione i metodi di pesca distruttivi.
Agli ultimi posti della classifica si trovano il tonno Nostromo, MareAperto STAR e Maruzzella che, ad oggi, non hanno adottato nessun criterio che garantisca ai consumatori che il tonno non arrivi da una pesca distruttiva. Anche il marchio Callipo scende in classifica.
Tra i risultati più significativi, Greenpeace registra l’impegno di molte aziende verso una maggiore trasparenza: entro la fine del 2012 10 aziende delle 14 in classifica riporteranno in etichetta nome della specie e area di pesca (tre anche il metodo di pesca)”.
La grande distribuzione in Italia invece ‘fa pochi passi avanti’. “È necessario impegnarsi a vendere solo tonno pescato in modo sostenibile – ha afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace – favorire il recupero degli stock a rischio e incentivare una migliore gestione della pesca”.
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