Pedofilia online: sempre più piccole le vittime di abusi

La Procura della Repubblica di Firenze ed Eurojust stanno coordinando un’operazione internazionale contro la pedofilia on line condotta in 28 Paesi tra cui Francia, Portogallo, Belgio e Usa. Con l’“Operazione Nanny” è stata stroncata una rete mondiale di pedofili che, usando i social network in Internet, sfruttava sessualmente bambini. Dieci sono stati gli arresti in Italia, Usa, Francia e Portogallo, e 112 gli indagati.

Nel nostro Paese l’inchiesta coinvolge 14 persone dei 112 indagati – tutti uomini – in 28 paesi del mondo.
Il promotore del sodalizio criminale è un italiano. Si tratta di un pensionato incensurato di 52 anni, arrestato a Milano nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Firenze con cui è stata stroncata la rete di 700 pedofili, riuniti in quattro social network, sui quali immettevano materiale pedopornografico, anche di loro diretta realizzazione.

“Il mercato della pedofilia in Internet ha come merce di scambio  bambini  sempre  più piccoli – spiega Telefono Arcobaleno – che, nel 40% dei casi rilevati, hanno meno di 5 anni;  un mercato  che  non  ha  nulla  di  virtuale  ma  che,  al  contrario,  sfrutta  infinite  volte  le  immagini e  i  video  di  abusi  e  violenze  realmente  commessi”.

Il 16° Rapporto annuale sulla pedofilia in Internet, pubblicato dall’Osservatorio Internazionale di Telefono Arcobaleno, mostra, le proporzioni reali e le logiche del più spietato mercato della new economy. Nel 2011 l’Organizzazione ha inviato agli Internet Service Provider coinvolti 71.806 segnalazioni relative alla presenza di materiale pedopornografico sul web, circa 10 mila in più rispetto all’anno passato, in continuità con l’espansione registrata nei periodi precedenti.

La maggior parte dell’offerta pedofila in rete si conferma di matrice europea (73%) e nordamericana (23%) con i Paesi Bassi che continuano a ricoprire i primi posti della classifica, seguiti da Stati Uniti, Germania e Federazione Russa.

Negli ultimi cinque anni sono proprio i Paesi Bassi a registrare l’aumento più significativo dei materiali pedopornografici ospitati che rappresentano il 40% dei casi rilevati da Telefono Arcobaleno nel 2011 (nel 2007 erano l’11% delle segnalazioni annue).

“I pedofili sulla rete – si legge nel rapporto – sono prevalentemente di nazionalità americana, tedesca, inglese, francese, russa e italiana e appaiono tecnologicamente attrezzati ed evoluti: dall’analisi di un campione degli accessi a uno dei numerosi siti illegali individuati da Telefono Arcobaleno emerge, infatti, che circa un terzo degli utenti fa uso di smartphone oppure adopera hardware e sistemi operativi di ultima generazione”.

“Le azioni di contrasto adottate finora, invece – ha sottolineato Telefono Arcobaleno -, appaiono spesso distanti dal reale problema e risultano essere del tutto inoffensive per le organizzazioni criminali che gestiscono la maggior parte delle attività pedofile in rete. In questo scenario, il Rapporto annuale può essere considerato come strumento utile per orientare le azioni di contrasto alla pedofilia in rete, nella convinzione che solo partendo da una conoscenza approfondita e completa del problema si possano adottare interventi efficaci e incisivi”.

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