Omeopatia nella Teoria e nella Pratica

Omeopatia nella Teoria e nella Pratica” di Douglas Borland è il primo volume con il quale la Salus Infirmorum dà il via alla traduzione e pubblicazione delle opere di questo importante omeopata inglese, vissuto dal 1885 al 1960. Si tratta quindi di traduzioni postume di circa 70-80 anni rispetto ai testi originali, che in molti casi sembrano nascere da trascrizioni delle relazioni orali di Borland.

Nei confronti di queste opere l’Editore e i Traduttori hanno quindi realizzato un lavoro di riordino in capitoli e sottocapitoli, introducendo su ogni libro anche una sintesi finale. Un lavoro di traduzione e integrazione che di certo non altera la natura dei testi, ma che può solo agevolare il lettore nella comprensione e memorizzazione dei concetti esposti.

Quello che mi piacerebbe trasmettere con questo volume è una corretta metodologia di prescrizione, affinchè un Omeopata riesca, nel modo più facile e più accurato possibile, a rendere la sua pratica clinica conforme ai veri principi omeopatici”. Così Borland introduce questo primo testo della collana, “Omeopatia nella Teoria e nella Pratica”, esplicitandone lo scopo e individuandone la dimensione tematica principale. E di certo la chiarezza di linguaggio a cui il maestro ricorre, riesce efficacemente a centrare l’obiettivo di questo testo introduttivo, nel quale Borland evidenzia innanzitutto nel cammino della Medicina Allopatica, il sistematico sforzo di questa pratica medica di adattarsi allo sviluppo del pensiero scientifico e filosofico (a suo avviso le teorie mediche sono – e da sempre – tante quante le scoperte).

Al contrario della pratica medica omeopatica, che per la prima volta fonda invece l’arte medica sull’enunciazione di un’unica legge Omeopatica (la legge dei simili), una teoria applicabile ad ogni tipo di malattia. Una regola, che ormai da più di 200 anni, resta costante e più volte sperimentata. Partendo da questo presupposto Borland inizia a definire una chiara pratica clinica, descrivendo e proponendo innanzitutto un utile metodo di prescrizione omeopatica, che sia basato sulla necessità di stabilire una gerarchizzazione dei segni e sintomi (mentali/fisici generali/fisici locali) che identificando la malattia possono essere tanto riferiti dal paziente quanto osservati dal medico. Da qui però l’importanza della giusta modalità di raccolta dei sintomi che, tanto nella medicina allopatica quanto in quella omeopatica, deve far riferimento a un preciso schema di “presa del caso”, che Borland descrive ed esemplifica con estrema chiarezza.

Uno schema che solo apparentemente sembra impossibile da applicare in tempi ristretti, ma che nella pratica medica può in realtà risparmiare un’infinità di tempo e fatica. Borland cerca quindi di dimostrare come un efficace metodo investigativo sia fondamentale per l’individualizzazione del caso da parte del medico e dunque per la ricerca del rimedio adeguato al paziente. Raccolti, vagliati e gerarchizzati tutti i sintomi rilevanti, è infatti necessario estrarne uno studio repertoriale, ovvero il medico omeopata deve fare riferimento a un repertorio medico (e Borland cita come più accurato quello di James Tyler Kent) su cui basare il successivo studio della Materia Medica, passo questo fondamentale per individuare il rimedio idoneo per il paziente (“Un Repertorio è semplicemente un indice della Materia Medica… Limitarsi a studiare solo il Repertorio e trascurare lo studio della Materia Medica è proprio come essere affascinati dallo studio del catalogo di una biblioteca senza guardare mai i volumi a cui il catalogo di riferisce”).

Ad alcuni suggerimenti sulla consultazione del repertorio fanno quindi seguito le utili indicazioni di Borland sui criteri di scelta relativi alle modalità di somministrazione del rimedio: quali tempi di somministrazione, quale potenza scegliere, perchè e quando scegliere tra una media e un’alta potenza, quando e come variare la potenza di un rimedio nel corso del trattamento… “Omeopatia nella Teoria e nella Pratica” rappresenta quindi un utile strumento che riassume i principi metodologici adottati da Borland nel corso di tutta la sua esperienza professionale e medica, dimostrando ancora un volta come la pratica clinica omeopatica sia necessariamente un costante connubio tra scienza e arte: tra i principi scientifici su cui si fonda e la loro costante applicazione pratica, dove quest’ultima può inevitabilmente cambiare da medico a medico, senza per questo perdere di validità, almeno finchè si rispettano e mettono in pratica i principi su cui si fonda l’Omeopatia stessa.

>>> Omeopatia nella teoria e nella pratica – di Douglas Borland (leggi il libro)

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