Omeopatia clinica. Un antidoto agli oppiacei

Ho utilizzato spesso il rimedio in Pazienti che per lunghi periodo avevano fatto uso di eroina. Sappiamo come l’eroina agisca nell’organismo semplicemente trasformandosi in morfina, di cui può essere considerata analoga a tutti gli effetti. In questi Pazienti a volte ho ritrovato i sintomi del rimedio che hanno facilitato la diagnosi terapeutica, altre volte la prescrizione è stata fatta sul dato anamnestico e sul fatto che la situazione era talmente intricata che non riuscivo ad intravedere con chiarezza un rimedio possibile. In questi casi ho confidato nella grande capacità di Opium di risvegliare l’energia vitale e spesso i risultati sono stati superiori alle attese, come nel caso che segue.

È questo il caso di una Paziente con una difficile storia di malattie e di tossicomania da eroina, durata ben 10 anni. È una Paziente molto provata, gravemente tabagista, magra. Ha subito l’asportazione dell’utero per carcinoma in situ; ha sofferto di epatite B. Soffre di gravi disturbi circolatori del distretto arterioso con spasmi che arrivano quasi alla necrosi dei tessuti, nonostante ciò non riesce a smettere di fumare. Ha dolori articolari diffusi, spesso molto intensi. Soffre per ascessi recidivanti alle radici dei denti. È una Paziente decisamente depressa.

PRIMA VISITA – 16 APRILE 1996

Dottore, ho dolori e gonfiori un po’ dappertutto, si spostano qua e là; ora in particolare al polso sinistro, un dolore che peggiora di notte. Mi fa costantemente male, si irradia con bruciore… poi il dolore mi genera una rabbia incredibile… (accenna un pianto). Sono spesso depressa, non mi va di vivere, non ci trovo nessun piacere… è come se avessi una bestia dentro. Alterno sentimenti e umori, a volte sono tollerante, sopporto tutto, altre volte non sopporto nulla e nessuno, mi sento sprecata, anche sul lavoro. Ho reazioni spropositate.

La Paziente mi comunica varie altre cose, più o meno su questo tono e di questo tipo. Mi rendo conto di quanto sia delicata la situazione, di quanto sia necessario un intervento terapeutico efficace sin dall’inizio, per conquistare la sua fiducia e per darle speranza di miglioramento, nonostante ciò non so proprio cosa prescrivere. Allora le chiedo qualcosa di più circa il suo periodo buio con le droghe, in particolare che tipo di sostanze abbia usato in prevalenza. Mi risponde che ha usato di tutto, ma prevalentemente eroina. Rifletto un po’. Conosco la capacità di Opium di risvegliare l’energia vitale, di ridare tono e forza quando indicato. È comunque l’unico rimedio a cui riesco a pensare seriamente ed infine mi consola l’idea che occorre prescrivere il rimedio più simile ai dati raccolti: OPIUM CRUDUM 200K.

SECONDA VISITA – 27 GIUGNO 1996

Dottore, è migliorato tutto, ho fatto un grosso passo avanti! È un tipo di situazione in cui ritrovi più di quanto sperassi nelle tue previsioni più ottimistiche. La Paziente prosegue: Quando l’ho preso, poco dopo ho avuto un brutto scatto di rabbia, ho rotto delle cose, non ci ho visto più, poi è andata molto meglio. Ho litigato poi con un mucchio di persone… mi sono resa conto che non sopporto nessuno, tutti mi sembrano poco umani, comunque molto diversi da me. Veramente, Dottore, non vorrei stare da nessuna parte, non vorrei esistere!

Nonostante la durezza delle affermazioni il tono e la vivacità della Paziente dimostrano inequivocabilmente che le sue condizioni sono molto migliori della visita precedente. Prescrivo ancora OPIUM CRUDUM 200K. Anche questa volta l’aiuta, anche se in maniera meno decisiva. Il resto della terapia utilizza medicine differenti. La Paziente è attualmente in terapia omeopatica.

Da notare la rabbia dopo l’assunzione del rimedio, fatto che ho rilevato in diversi altri casi, anche fra quelli che seguono. Sembra che il cambiamento da una condizione depressiva e di torpore reattivo passi attraverso rabbie intense, a volte a lungo represse, o che comunque il rimedio abbia la capacità di risvegliare emozioni compresse.

Fonte: Il Medico Omeopata

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