Greenpeace e Avaaz hanno consegnato oggi al commissario alla Salute dell’Unione Europea John Dalli la prima “iniziativa dei cittadini”: un milione di firme per chiedere alla Commissione Ue di vietare gli Ogm fino a quando verrà istituito un “nuovo organo tecnico scientifico, più indipendente e competente dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), che sia in grado di valutarne adeguatamente gli impatti”.
L’ “iniziativa dei cittadini” è stata introdotta con il Trattato di Lisbona del dicembre 2009 e permette a un milione di europei, appartenenti a un significativo numero di Paesi, di chiedere all’Ue di modificare leggi comunitarie.
“Gli europei vogliono alimenti sicuri e un’agricoltura sostenibile, senza OGM. Dopo la consegna di un milione di firme ci aspettiamo che le istituzioni europee e italiane si occupino dei veri problemi legati agli OGM, invece di prendere le parti delle lobby delle biotecnologie”, ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile della campagna OGM di Greenpeace.
“Questo è un passo molto importante per la democrazia europea. I cittadini – afferma Ricken Patel, direttore esecutivo di Avaaz – hanno dato alla Commissione più di un milione di ragioni per ascoltare l’opinione pubblica e agire con precauzione, invece di agevolare gli interessi privati di una manciata di aziende biotech. Ci aspettiamo che la Commissione si prenda ora carico delle richieste e delle preoccupazioni di cittadini, governi europei e scienziati indipendenti”.
Questa mattina gli attivisti di Greenpeace e Avaaz hanno installato di fronte alla sede della Commissione un’enorme rappresentazione in 3D di un campo agricolo realizzata dall’artista di fama mondiale Kurt Wenner.
Ai rappresentanti delle due associazioni John Dalli ha assicurato che esaminerà attentamente le proposte e ha ricordato che “le misure approvate dalla Commissione nel luglio scorso, e in particolare la proposta indirizzata al Parlamento europeo e al Consiglio, prevedono che le decisioni sulla coltura degli Ogm siano prese nell’interesse dei cittadini, visto che spettano direttamente agli Stati membri, limitandola o vietandola anche quando il motivo non riguarda i rischi per la salute e per l’ambiente”.
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