Il Parlamento europeo ha votato ieri a stragrande maggioranza la possibilità per gli Stati membri di vietare la coltivazione nel loro territorio di Organismi geneticamente modificati (Ogm), anche se autorizzati a livello comunitario, per motivi di opportunità ambientale e socioeconomica. Il progetto di modifica alla legislazione vigente dovrà passare ora dal Consiglio Ue.
Al momento diverse decine di Ogm sono oggi commerciabili nell’Unione europea, ma soltanto due varianti possono essere coltivate: la patata Amflora Basf e il mais 810 Monsanto, che però è oggetto della cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’ in Francia, Germania, Austria, Ungheria, Grecia e Lussemburgo.
La proposta della Commissione è quella di autorizzare gli Stati membri a “restringere o vietare, su tutto o parte del loro territorio” le colture Ogm, a condizione di invocare ragioni di sanità pubblica o di protezione dell’ambiente. La Commissione vuole inoltre ottemperare al principio di sussidiarietà evitando che una decisione contraria a un tipo di Ogm presa a livello nazionale entri in conflitto con la valutazione che spinge l’Efsa invece a dare il proprio via libera.
Il Parlamento ha poi precisato, con un emendamento, i motivi che potrebbero essere invocati, tra i quali considerazioni socio-economiche ma anche ambientali, se sono complementari a quelle considerate dall’Efsa. Ad esempio un paese potrebbe chiamare in causa un contesto locale specifico.
“Sono lieta che il Parlamento abbia raggiunto un accordo sugli ogm”, ha commentato soddisfatta la relatrice del provvedimento, l’eurodeputata liberale ed ex ministro francese dell’ambiente Corinne Lepage, “se il Consiglio riesce a raggiungere una posizione comune, questo accordo equilibrato permetterà ai paesi e alle regioni di non coltivare ogm se non lo desiderano”.
“Siamo molto soddisfatti per l’esito di questo primo voto – ha affermato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – che va nella direzione della tutela del patrimonio agroalimentare italiano di qualità, di protezione della biodiversità e di rispetto della lecita scelta di produrre alimenti biologici incontaminati. Chiediamo ora al governo e in particolare al ministro dell’Agricoltura, di sostenere con forza questa posizione, vincente per l’economia e fondamentale per l’identità italiana, in sede di Consiglio dei Ministri europei”.
Anche Greenpeace ha accolto positivamente il voto di ieri del Parlamento europeo. “Oggi il Parlamento europeo ha avvicinato la proposta della Commissione al volere della maggioranza dei cittadini europei che sentono forte l’esigenza di proteggere i nostri campi e il nostro cibo – ha affermato Federica Ferrario, responsabile della campagna OGM di Greenpeace – La contaminazione, però, non si ferma alle frontiere e i bandi nazionali non possono sostituire un’adeguata procedura di valutazione dei rischi fatta a livello europeo”.
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