Obesi, schiena curva, occhi rossi: ecco il ritratto dei lavoratori del futuro

Occhi rossi, in sovrappeso, gambe gonfie e schiena curva per il troppo tempo trascorso al computer. È questo il ritratto dell’impiegato del futuro secondo una ricerca commissionata dall’azienda britannica Fellowes, che ha anche realizzato Emma: un manichino con queste caratteristiche per lanciare l’allarme sui rischi futuri dei ‘colletti bianchi’.

Coordinata da William Higham, autore di diversi libri sul futuro del lavoro, la ricerca si è basata su interviste condotte online su oltre 3mila lavoratori d’ufficio in Gran Bretagna, Germania e Francia. Dallo studio è emerso che solo nel Regno Unito il 50% del campione già soffre di occhio secco, il 48% ha mal di schiena e uno su due ha mal di testa frequenti. Tra gli altri sintomi più frequenti citati vi sono eczema, eccesso di peso e gonfiore alle gambe.

“Il rapporto mostra che gli impiegati devono urgentemente fare qualcosa ora per risolvere il problema dei luoghi di lavoro poco salutari – ha spiegato Higham all’Independent –. Se non faremo dei cambiamenti radicali alle nostre vite lavorative, come fare più movimento, cambiare la postura o fare pause regolari il nostro ufficio ci renderà molto malati”.

“Passiamo ore alla scrivania senza fare movimento – scrivono gli autori – e i nostri corpi iniziano ad atrofizzarsi come conseguenza. Questo accelera non solo i problemi muscolo-scheletrici e la debolezza delle gambe, ma aumenta il rischio di trombosi, problemi cardiovascolari e persino tumori”.

La ricerca conferma così i rischi legati alla sedentarietà che, secondo un rapporto diffuso lo scorso anno in Italia, è responsabile infatti del 14,6% di tutte le morti nel nostro Paese, pari a circa 88.200 casi all’anno e di una spesa in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di euro annui per le quattro patologie maggiormente imputabili ad essa (tumore della mammella e del colon-retto, diabete di tipo 2, coronaropatia).

L’attività fisica rappresenta la forma di prevenzione primaria contro 26 patologie croniche non trasmissibili incluso il diabete, ma contrariamente a quanto si possa pensare l’effetto benefico non deriva esclusivamente da un esercizio fisico organizzato nel tempo e prolungato ma anche da ‘pillole’ di movimento quotidiane.

Il principio fondamentale è quello di interrompere i lunghi periodi di sedentarietà che caratterizzano le nostre giornate: ad esempio, se si lavora per almeno 8 ore al giorno in ufficio seduti, bisognerebbe alzarsi al massimo ogni 45 minuti e camminare per qualche minuto, anche semplicemente percorrendo i corridoi e facendo le scale. Un altro consiglio è quello di approfittare della pausa pranzo e dopo aver mangiato fare una camminata di una ventina di minuti. In questo modo si riduce il picco insulinico con un effetto benefico.  Anche ballare o portare a passeggio il cane sono attività fisiche non troppo intense, ma che hanno grandi effetti benefici.

Piccole azioni quotidiane possono servire dunque a correggere gli stili di vita anche se si è impossibilitati, per esempio, ad iscriversi ad un corso in palestra.

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