Naufragio a Lampedusa, ‘un dramma umanitario che riguarda tutti’

Nuova tragedia dell’immigrazione a Lampedusa. Questa mattina un barcone con 500 persone a bordo è naufragato a circa mezzo miglio dall’isola dei Conigli e ha preso fuoco. La Guardia costiera ha recuperato 94 cadaveri, compreso quello di una donna incinta e di due bambini, un maschio e una femmina. Altri cadaveri sono stati avvistati in mare. Le persone tratte in salvo sono 151. Secondo le testimonianze sul barcone viaggiavano circa 500 persone, quindi al momento i dispersi sono oltre 250. è stata una strage, e il numero delle vittime continua a salire.

I migranti tratti in salvo sono in gran parte profughi provenienti da paesi dell’Africa sub sahariana, eritrei e somali soprattutto. Il barcone, partito presumibilmente dalle coste libiche, sarebbe prima naufragato e poi andato in fiamme dopo che era stato dato fuoco a una coperta, nel tentativo di attirare l’attenzione di un peschereccio che transitava nei pressi. Le fiamme si sarebbero poi propagate all’imbarcazione, incendiandola, a causa di una perdita di carburante.

“Non è possibile rimanere inermi di fronte a queste tragedie – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni -. Non è possibile non cercare una soluzione al terribile dramma dei tanti che ogni giorno sono costretti ad affrontare viaggi pericolosissimi per cercare di sfuggire alla morte o a una vita di stenti. L’Europa tutta deve sentirsi coinvolta e contribuire sia a trovare una soluzione civile ed etica per evitare il ripetersi di tragedie come questa, sia a gestire nel migliore dei modi quella che continuiamo a chiamare emergenza umanitaria pur essendo ormai una condizione cronica”.

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