Nanomateriali utilizzati indiscriminatamente negli alimenti, in quanto non esiste alcun obbligo per la loro segnalazione in etichetta. È quanto emerge da un nuovo rapporto dell’associazione ambientalista Friends of the Earth sull’impiego di nanomateriali da parte dell’industria alimentare statunitense.
Il rapporto intitolato “Tiny Ingredients, Big Risks” denuncia una forte crescita nell’impiego di nanomateriali nel settore alimentare Usa dal 2008. Tra le aziende coinvolte vi sono Coca-Cola, Kraft, Unilever, Nestlé, General Mills, Mars e altre note multinazionali.
Secondo le indagini dell’associazione, i nanomateriali sono presenti in 94 cibi e bevande di marchi noti. Nel 2008, i prodotti individuati erano soltanto 8. Secondo l’indagine di Friends of the Earth, circa 200 aziende alimentari stanno investendo in nanotecnologie e presto immetteranno nuovi prodotti per la vendita. Per il mercato degli alimenti che contengono nanomateriali è prevista una crescita di 20,4 miliardi di dollari entro il 2020
Friends of the Earth mette in guardia sui rischi per l’ambiente e per la popolazione legati all’impiego dei nanomateriali e chiede ai Governi di fissare regole certe e di rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dei nanomateriali utilizzati per la produzione di cibi e bevande.
Lo scorso febbraio la Commissione Sicurezza Alimentare del Parlamento Europeo si è opposta ai nuovi regolamenti per le etichettature alimentari proposti dalla Commissione Europea, in quanto la definizione di nanoparticelle indicata dalla Commissione stessa porterebbe ad evitarne la segnalazione in etichetta. L’Europa, pertanto, si starrebbe muovendo per tutelare i consumatori.
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