Intervento eccezionale a Monza: doppio trapianto di mani su una 52enne

“Ora posso accarezzare i miei figli”. Queste le parole della donna che qualche giorno fa è stata sottoposta ad un duplice trapianto di mani al mondo.
Carla Mari, casalinga 52 anni di Busto Arsizio (Varese), nel 2007, in seguito ad una sepsi, aveva subito l’amputazione di mani e piedi.

Il delicato intervento, effettuato il 12 ottobre e durato sei ore, è stato eseguito nell’Ospedale San Gerardo di Monza da un’èquipe guidata da Massimo Del Bene, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia plastica ricostruttiva, chirurgia della mano e microchirurgia ricostruttiva.
Per la prima volta in questo tipo di trapianto sono state utilizzate le cellule staminali della paziente come tecnica anti-rigetto.

Come ha spiegato Del Bene, si tratta di “una procedura innovativa già sperimentata in altri trapianti (come i reni) che ha permesso di ridurre del 53% la possibilità di rigetto acuto”.
Le staminali mesenchimali sono state prelevate tre mesi fa dal midollo osseo della paziente e quindi congelate per poi essere re-iniettare nelle prime 24 ore successive al trapianto.

“Per motivi che ancora non conosciamo, queste cellule hanno una potente azione immunosoppressiva, che consente di diminuire la quantità di farmaci anti-rigetto, terapia che va continuata per tutta la vita e che può essere più o meno invasiva e pesante. Ovviamente, più si riduce la quota di farmaci più si migliora la compliance”, ha aggiunto Massimo Del Bene.

Al momento le condizioni di Carla Mari sono stabili: non vi sono problemi di carattere vascolare, arterioso e venoso. La circolazione del sangue nei due nuovi arti funziona come dovrebbe e la donna ha iniziato gradualmente a muoversi nel letto eseguendo gli esercizi di flessibilità delle dita.

Quello eseguito dall’èquipe di Del Bene è uno dei primi interventi di questo genere a livello mondiale. Il primo doppio trapianto di mani al mondo è stato realizzato il 12 gennaio del 2000 a Lione su un uomo di 34 anni.

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