Tutto ha avuto origine dai vari scandali legati alla corruzione in campo sanitario, nel nostro Paese e nel mondo. “Sapendo di avere a disposizione i dati Efpia, si è deciso di spulciare e andare a verificare quanti fossero gli emolumenti dichiarati, quali le cifre, a chi destinate e per cosa”. Così Nassim Langrudi, portavoce di Corvelva, associazione che guida in Veneto la battaglia per il diritto di scelta terapeutica, spiega come è nata l’idea di avviare un’indagine sui medici che hanno ricevuto fondi dalle case farmaceutiche.
L’associazione Corvelva ha raccolto i dati della Regione che sono stati raffinati partendo da quelli raccolti dal Codacons e da quelli divulgati dalla stessa industria farmaceutica attraverso il “Codice sulla Trasparenza della Federazione europea delle Associazioni e delle Industrie farmaceutiche” (EPFIA). “Abbiato stilato – spiega Corvelva – una lista divisa per provincia, di ogni medico, società, ente e associazione veneta che ha preso soldi dalle industrie”.
L’associazione sottolinea che non è illegale percepire fondi dalle case farmaceutiche ma pone l’interrogativo su quanto il conflitto di interessi possa influire in ogni ambito della medicina, dalle cure alla formazione, dall’integrità della ricerca alla formulazione delle linee guida, dai sistemi regolatori per l’approvazione dei farmaci all’impostazione dei trial clinici, dal ruolo delle società scientifiche e, nello specifico, sulle prescrizioni di farmaci.
“Ciò che sarà interessante verificare – afferma Nassim Langrudi – è se vi sia o meno una relazione diretta tra emolumenti ricevuti a vario titolo e numero di prescrizioni effettuate dal professionista. Su questo stiamo andando a lavorare con una richiesta di verifica direttamente alla Corte dei conti”.
“Appare evidente – aggiunge – come i rapporti tra case farmaceutiche e medici, università, società mediche, associazioni di medici ecc. siano in tutto e per tutto dettati da meccanismi tipici del settore privato e regolati quindi da logiche differenti rispetto alla tutela del paziente/consumatore. Ora, poi, la pubblicità dei farmaci rivolta al consumatore, è stata estesa ancor di più anche tramite i mass media e questo, unitamente all’opportunità dei privati – quali sono le case farmaceutiche – di promuovere con meccanismi tipici del libero mercato questo prodotto piuttosto di un altro rivolgendosi alla classe medica, può costituire ovviamente un fattore di rischio nei momento in cui il focus si sposta dall’attenzione alla salute verso l’attenzione al profitto”.
Ecco la lista dei medici delle province di:
Fonte: Schio&thiene news del 1 giungo 2019 e Corvelva
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