Nell’arco degli ultimi 20 anni si è assistito ad un aumento vertiginoso della prescrizione di farmaci di ogni genere: 4 volte in più nel campo del diabete, 7 volte in più in quello dell’ipertensione arteriosa, fino al record di 20 volte tanto nel caso delle dislipidemie, conseguente all’introduzione delle statine”, senza che a questo abbia corrisposto nessun beneficio clinico dimostrabile.
Al contrario, come conseguenza dell’uso massiccio di farmaci (in particolare negli over 65 di cui molti assumono quotidianamente 5 o più farmaci) gli accessi al pronto soccorso per reazioni indesiderate a farmaci sono aumentati in Gran Bretagna di oltre 30 mila l’anno (+ 75%), mentre in parallelo è andata calando l’aspettativa di vita (un eccesso di 600 morti in più a settimana).
È quanto denuncia in James Le Fanu, medico di famiglia in pensione, in un articolo pubblicato sul British Medical Journal. “La medicalizzazione di massa è una catastrofe iatrogena”: questo il titolo dell’articolo che denuncia l’epidemia silenziosa di effetti indesiderati provocata dall’uso eccessivo di farmaci.
Come uscire da questa situazione? Secondo l’autore è necessario puntare su una prevenzione basata sulla correzione degli stili di vita piuttosto che sulla prevenzione farmacologica, approccio che ha ha avuto come conseguenze la medicalizzazione di massa, a fronte di benefici spesso inesistenti per la maggior parte dei “consumatori seriali” di farmaci.
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