Operazioni non necessarie, asportazioni inutili, diagnosi di tumore errate, dimissioni forzate dei pazienti e morti sospette. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta su una ventina di gravi, presunti casi di malasanità avvenuti nell’ultimo anno e mezzo nel quinto reparto di Chirurgia generale dell’Ospedale di Rho, alle porte di Milano. Gli investigatori hanno sequestrato numerose cartelle cliniche, hanno raccolto le testimonianze dei pazienti che hanno sporto denuncia e hanno sentito anche alcuni medici.
Gravissime le ipotesi di reato sinora a carico di ignoti (non risultano indagati, al momento): omicidio colposo e lesioni gravissime, le due ipotesi di reato per cui da tre mesi è aperto un fascicolo in Procura.
Sono in corso accertamenti anche su una serie di eventuali reati amministrativi che vanno dalla truffa al Sistema sanitario nazionale al falso ideologico: lettere di dimissioni in bianco o falsate, consensi postumi a operazioni taciute o mal comunicate.
“È importante che si vada fino in fondo e che si accerti la verità”, dichiara Liberata Dell’Arciprete, segretario regionale della Lombardia di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del Malato.
“Le accuse sono gravissime: diagnosi errate, interventi sbagliati e rifatti, senza dare adeguate informazioni ai pazienti, operazioni fatte senza i necessari esami; consensi informati impropri, due morti sospette, più una serie di illeciti amministrativi. Le accuse, se accertate, confermano la necessità di un intervento più efficace della nostra Regione in termini di controllo. Da parte nostra preannunciamo sin da subito che ci costituiremo parte civile, qualora venissero accertate le accuse mosse dai pazienti”.
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