Un cittadino europeo su cinque soffre di dolore cronico dovuto al mal di schiena. A riferirlo è l’autorevole rivista medico-scientifica inglese The Lancet, che in tre diversi documenti offre una panoramica generale sul dolore lombare e sulle conseguenze di questa vera e propria “epidemia” a livello sociale ed economico. Tali studi hanno spinto l’associazione europea dei Chiropratici (European Chiropractors’ Union – ECU) a chiedere con forza ai Governi che ancora non lo hanno già fatto, di armonizzare le legislazioni in tema di sanità pubblica.
La lombalgia risulta oggi la prima causa di disabilità in tutto il mondo, più del cancro al polmone, intestino e seno, insieme. Mentre si stanno facendo grandi progressi nella lotta contro il cancro, la disabilità globale dovuta alla lombalgia è più che raddoppiata negli ultimi 25 anni e si prevede che aumenti ancora.
In qualsiasi momento, circa 540 milioni di persone nel mondo stanno soffrendo di lombalgia e l’invalidità che deriva da questa patologia è più alta in età lavorativa, e diventa ancora più importante considerando che spesso le possibilità di cambiare lavoro sono limitate. Sebbene la maggior parte degli episodi di lombalgia sia di breve durata, gli episodi ricorrenti sono comuni e il mal di schiena è sempre più inteso come una condizione invalidante di lunga durata, con un andamento variabile.
La lombalgia è una condizione complessa e sono molti gli aspetti che contribuiscono al dolore e alla disabilità (fattori psicologici, fattori sociali, fattori biofisici, comorbidità e meccanismi di elaborazione del dolore). Spesso il verificarsi di episodi di lombalgia e disabilità sono anche correlati a cattivi stili di vita come il fumo, l’obesità e la scarsa attività fisica; tutti fattori che conducono a scarse condizioni di salute generale.
Inoltre, valutazioni errate da parte di professionisti del settore sanitario, finanziatori e pazienti, circa le migliori pratiche hanno portato molte persone a ricevere cure sbagliate.
“L’esigenza è dunque quella di combattere errori e malintesi diffusi sia nella popolazione, sia tra gli operatori sanitari, sulle cause, la prognosi e l’efficacia dei diversi trattamenti per la lombalgia che si basano spesso su modelli di cura frammentati e soprattutto sorpassati – afferma John Williams, il presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici. – I chiropratici, in questo ambito, possono essere una parte importante di un moderno approccio scientifico alle condizioni muscoloscheletriche. La chiropratica, infatti, è una professione sanitaria e non un semplice trattamento. I chiropratici sono laureati, sono preparati a livello scientifico e svolgono una funzione di primo contatto nell’accesso alle cure primarie per le persone affette da dolore cronico e disturbi del sistema muscolo-scheletrico”.
La maggior parte dei pazienti si rivolge ai chiropratici per problemi legati alla colonna vertebrale: mal di schiena, dolore al collo e mal di testa. I chiropratici utilizzano una gamma di trattamenti che sono universalmente raccomandati nelle linee guida basate sulle prove scientifiche di tutta Europa e del mondo, compreso l’invito ai malati a mantenere una vita attiva e lavorativa. “L’educazione del paziente, l’esercizio fisico e le varie forme di terapia manuale sono ulteriori basi di questo approccio – continua Williams – La cura chiropratica è generalmente sicura, con pochi e transitori effetti collaterali. Gravi danni da trattamento chiropratico sono estremamente rari”.
L’inserimento dei chiropratici nei sistemi sanitari varia tra i vari Paesi europei, ma è prevalente in molti sistemi sanitari europei avanzati: Norvegia, Danimarca, Svezia, Francia e Regno Unito.
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