Liberalizzazione dei farmaci: le parafarmacie lanciano una raccolta firme

Anpi, Mnlf e Forum nazionale Parafarmacie, che rappresentano le 3.823 parafarmacie attive nel nostro Paese, annunciano l’avvio di un’iniziativa di raccolta di firme e sensibilizzazione dei cittadini sul tema della liberalizzazione dei farmaci.

“Una riforma, quella che chiediamo, a costo zero per le casse dello stato, pagata esclusivamente dalle grandi farmacie (poco più di 380 euro al mese), che ha il solo scopo di rimettere al ‘centro’ gli interessi dei cittadini. Ricordiamo che nella parafarmacia è obbligatoria la presenza del farmacista, oltre al fatto che i farmaci in esse dispensati sono soggetti agli stessi controlli in uso per le farmacie.

Dunque – scrivono le tre siglenessuna preoccupazione per il cittadino, come più volte affermato in questi giorni dal Ministro della salute e ribadito da illustri specialisti del settore come il farmacologo Silvio Garattini (Direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano) che sulla questione precisa: ‘Già oggi nelle parafarmacie, dove sono attualmente venduti i farmaci di fascia C che non richiedono ricetta medica, la figura del farmacista è presente.

Se dunque la vendita venisse ampliata ai farmaci di fascia C con ricetta, sarebbe sempre il farmacista a controllare il rispetto delle prescrizioni. Il punto è dunque la presenza della figura professionale del farmacista: la cosa importante, cioè, non è in che luogo il farmaco e’ venduto, ma che laddove la vendita avviene, sia sempre presente la figura del farmacista, che si assicuri che la prescrizione del medico sia attuata in modo corretto’.

Infine – continua la nota – sulla paventata chiusura delle farmacie dei piccoli centri. Anche in questo caso un falso allarme creato ad arte dai proprietari delle farmacie, che come sempre in questi casi, non avendo altre argomentazioni, adombrano lo spettro della chiusura delle piccole farmacie. Su questo punto è bene fare chiarezza.

Delle parafarmacie oggi in attività, nessuna è presente nei piccoli comuni, per un motivo semplice: nessun imprenditore può essere cosi folle da aprire un esercizio in un luogo che ha un ‘mercato’ ristretto, appena sufficiente per la farmacia. Su questo tema siamo promotori di una riforma che prevede un fondo perequativo, alimentato dalle farmacie più facoltose, a favore delle piccole farmacie”.

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