Campi di mais contaminati con varietà geneticamente modificate sono stati scoperti dall’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio, cui è stato demandato il compito di vigilanza e controllo sugli Ogm). Dal comunicato ufficiale dell’Agenzia, datato 20 settembre 2011, non si evince il momento esatto dell’accertamento (si parla della chiusura della campagna di controllo 2011).
Dalleanalisi di laboratorio effettuate dall’Istituto sperimentale Zoo profilattico Lazio-Toscana su campioni prelevati dai tecnici, sono emerse, nelle due aziende in provincia di Roma, due positività riconducibili rispettivamente “alla presenza dell’ibrido DAS 1507 x NK 603 oppure alla contemporanea presenza di mais evento DAS 1507 e mais evento NK 603” e “alla presenza dell’ibrido DAS 1507 x DAS 59122 oppure alla contemporanea presenza di mais evento DAS 1507 e mais evento DAS 59122”, entrambe su coltivazioni derivanti da sementi dichiarate esenti da Ogm dalla casa produttrice Pioneer, azienda produttrice di sementi che fa capo alla multinazionale Dupont Business. Nell’Unione Europea, sia i due singoli eventi, sia l’ibrido sono autorizzati esclusivamente per impieghi alimentari e non per la coltivazione.
Come ha affermato Simona Capogna, Vicepresidente VAS, “questa è un’ulteriore dimostrazione (se ce ne fosse ancora bisogno) dell’impossibilità pratica a realizzare la coesistenza tra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica”.
Infatti, le sementi utilizzate dagli ignari agricoltori, spiega la Vicepresidente della onlus Verdi Ambienti e Società,erano etichettate come esenti da Ogm dalla casa produttrice (la multinazionale Pioneer), e quindi dovevano fornire anche una garanzia rispetto a questa loro ‘purezza’.
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