Gli italiani tra i più delusi d’Europa in tema di sanità

In tema di sanità, gli italiani sono fra i cittadini più delusi d’Europa.

E’ quanto rivela il ‘Secondo Barometro internazionale sulla salute’ commissionato dal gruppo assicurativo Europ Assistance su attitudini, aspettative e preoccupazioni dei cittadini europei nei confronti del proprio sistema sanitario e degli aspetti economici ad esso correlati, i cui risultati sono stati presentati ieri a Parigi.

L’indagine ha coinvolto circa 10.000 cittadini di 5 Paesi (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svezia) che sono stati chiamati a esprimersi su tematiche generali e argomenti specifici come i finanziamenti alla ricerca e le nuove tecnologie.
E i risultati hanno rivelato che sono proprio gli italiani i più delusi su tutti gli aspetti, lamentando mancanze soprattutto a livello di organizzazione, qualità dei servizi ospedalieri e consulenze mediche.

Lo studio riporta infatti che il 64% degli italiani si è dichiarato preoccupato per i lunghi tempi di attesa (contro il 49% della media europea), e il 39% per l’insufficienza dei finanziamenti pubblici destinati a questo settore.
Sul tema della ricerca medica poi, ben l’82% dei nostri connazionali sostiene che i finanziamenti pubblici sono insufficienti e dovrebbero essere aumentati.
Non a caso, immediatamente dopo i tedeschi (70%), sono gli italiani il popolo più propenso a ricercare cure mediche specialistiche all’estero (62% contro il 53% della media europea).

Sale inoltre al 63% la percentuale di europei pronta a muoversi alla ricerca di tecniche d’avanguardia o difficilmente accessibili nel proprio Paese d’origine.
In questo caso, i più propensi sono gli Inglesi, con l’85% delle preferenze, i più restii invece i Francesi, che registrano un calo di 14 punti percentuali rispetto all’anno scorso (dal 54% al 40%).
In testa ai Paesi disposti ad accogliere pazienti stranieri presso i propri ospedali e centri di cura (purché paganti) si piazza invece il Bel Paese con il 79% delle preferenze.

Sulla propensione degli europei a utilizzare internet come fonte di informazioni in tema di salute, gli italiani si rivelano essenzialmente diffidenti al contrario di inglesi (56%), svedesi (51%) e tedeschi (50%).
Diversa è invece l’opinione dei nostri connazionali circa la possibilità di accedere via web a consulenze sanitarie con il 46% delle risposte favorevoli (anche se in leggera diminuzione rispetto al 49% registrato l’anno scorso).

Il 51% degli europei intervistati si dichiara, inoltre, interessato ad un programma personalizzato di monitoraggio vitalizio della propria salute, anche se solo il 13% è disposto a pagare per usufruirne: per il 71% degli europei, infatti, dovrebbe essere il datore di lavoro a farsene carico.

La propensione degli italiani a far fronte personalmente ai costi sanitari supplementari legati alla cura della propria salute e di quella dei propri cari sale al 77% collocando il nostro Paese in testa rispetto al resto d’Europa.
E la soluzione di finanziamento preferita, come nella media europea, è proprio quella che prevede un aumento dei contributi obbligatori (26%).

Riguardo la cura e l’assistenza domiciliare delle persone anziane, infine, la maggioranza degli europei (56%) è concorde nel ritenere che i finanziamenti pubblici destinati a tal fine sono insufficienti. Questa percezione varia però in modo significativo da Paese a Paese: i più insoddisfatti sono i francesi (75%), i meno, gli inglesi (32%). E per il 61% degli italiani resta ancora molto da fare.

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