Sebbene l’Italia sia tra i 15 Paesi europei più ricchi, il 15,9% dei bambini e degli adolescenti tra 0 e 17 anni vive in una condizione di povertà relativa. È quanto emerge dal rapporto dell’Unicef “Misurare la povertà tra bambini e adolescenti”. In questa classifica, l’Italia è agli ultimi posti: 29 su 35 Paesi.
È negativo anche il dato che riguarda l’impegno dei Governi nei confronti della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, attraverso l’analisi del livello delle risorse stanziate: l’Italia si colloca infatti al 26* posto su 35 Paesi con meno dell’1,5% di PIL investito in trasferimenti in denaro, agevolazioni fiscali e servizi per minorenni e famiglie.
I dati mostrano che il 13,3% dei minori vive in una condizione di deprivazione materiale, intesa come l’inaccessibilità ad alcuni beni considerati “normali” nelle società economicamente avanzate come almeno un pasto al giorno contenente carne o pesce, libri e giochi adatti all’età del bambino, un posto tranquillo con spazio e luce a sufficienza per fare i compiti. In questa classifica l’Italia è al 20° posto su 29 Paesi. Il dato colpisce se confrontato ad esempio con Islanda, Svezia e Norvegia, che presentano percentuali inferiori al 2%.
Nel rapporto viene anche presentato il tasso di deprivazione materiale tra i bambini e gli adolescenti in alcuni gruppi considerati a rischio. Tra i bambini che vivono in famiglie con un solo genitore il tasso di deprivazione materiale è del 17,6%; tra quelli che vivono in famiglie con genitori con un basso livello di istruzione il tasso è del 27,9%; tra quelli che vivono in famiglie senza lavoro: il tasso è del 34,3%; tra quelli che vivono in famiglie migranti: il tasso è del 23,7%.
I tassi più alti di deprivazione materiale vengono riscontrati in paesi come Romania, Bulgaria e Portogallo (rispettivamente con più del 70%, 50% e 27% dei bambini e adolescenti esclusi).
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